Primo premio assoluto quale miglior processo partecipativo in Italia e all’estero, vinto al concorso internazionale promosso dalla Regione Toscana

Parco fluviale del Sarca: primo in partecipazione

01/12/2010 in Territorio
Di Luca Delpozzo

Pri­mo pre­mio asso­lu­to quale miglior proces­so parte­ci­pa­ti­vo in Italia e all’estero, vin­to al con­cor­so inter­nazionale pro­mosso dal­la Regione Toscana (Set­tore Uffi­cio osser­va­to­rio elet­torale regionale e Parte­ci­pazione) e dal Comune di Mon­taione (Firen­ze), nell’àmbito del­la sec­on­da edi­zione del meet­ing «Le gior­nate di Mon­taione: democrazia e parte­ci­pazione»: per il prog­et­to del Par­co flu­viale del fiume Sar­ca, pro­mosso dai Comu­ni di Arco, Dro, Nago Tor­bole e Riva del Gar­da, un suc­ces­so di grande pres­ti­gio. A riti­rare il pre­mio, ven­erdì 19 novem­bre a Mon­taione, l’assessore all’ambiente di Arco Mas­si­m­il­iano Flo­ri­ani, il pres­i­dente del con­siglio comu­nale di Dro Vit­to­rio Berlan­da, il con­sigliere comu­nale di Nago Tor­bole Valenti­na Civet­ti­ni e l’assessore all’ambiente di Riva del Gar­da Ren­za Bol­let­tin. Si trat­ta di appun­ta­men­to annuale di rif­les­sione e dibat­ti­to sui pro­ces­si pub­bli­ci inclu­sivi e sul­la prog­et­tazione parte­ci­pa­ta a liv­el­lo nazionale e inter­nazionale orga­niz­za­to da Regione Toscana e Comune di Mon­taione con la col­lab­o­razione dell’Autorità regionale per la Parte­ci­pazione, del Garante regionale del­la Comu­ni­cazione, di ARPAT (Sis­tema toscano per l’educazione ambi­en­tale) e del­la Rete delle Agende21 locali del­la Toscana. Nel cor­so delle Gior­nate, che si sono svolte ven­erdì 19 e saba­to 20 novem­bre a Mon­taione, sono sta­ti asseg­nati due pre­mi sul tema del­la parte­ci­pazione: uno al miglior proces­so parte­ci­pa­ti­vo in Italia e all’estero; l’altro alla migliore ricer­ca sui temi del­la parte­ci­pazione (ris­er­va­to a gio­vani ricer­ca­tori under 35). E la com­mis­sione sci­en­tifi­ca, pre­siedu­ta dal pro­fes­sor Lui­gi Bob­bio, ha giu­di­ca­to miglior proces­so parte­ci­pa­ti­vo in Italia e all’estero quel­lo del Par­co flu­viale del­la Sar­ca, pre­sen­ta­to dai comu­ni di Arco, Dro, Nago Tor­bole e Riva del Gar­da. Sec­on­do clas­si­fi­ca­to il prog­et­to «Europo­lis» dell’ di Siena, ter­zo «Piaz­za Fontana: lab­o­ra­to­rio di cit­tà» del Comune di Roz­zano (Milano). Al quar­to e quin­to pos­to due prog­et­ti ingle­si, «The Combe Down Stone Mines Project» del Bath & North East Som­er­set Coun­cil, e «Vil­lage Design State­ments» di BDOR Lim­it­ed. Seguono i prog­et­ti «Europe­ti­tion» dell’Università romana di Tor Ver­ga­ta, «Con­cer­ta­tion pour un plan d’égalité entre les femmes et les hommes» del Con­seil Général Val de Marne (Fran­cia) e il «Cen­tro stori­co sog­na­to» del Comune di San Leo (Rim­i­ni). «Una gran­dis­si­ma sod­dis­fazione – com­men­ta l’assessore Flo­rani – che va riconoscere e met­tere in rilie­vo pro­prio l’elemento con il quale abbi­amo volu­to carat­ter­iz­zare forte­mente questo prog­et­to: la parte­ci­pazione. Una scelta por­ta­ta avan­ti con deter­mi­nazione nonos­tante la com­p­lessità di ges­tione di un prog­et­to così inno­v­a­ti­vo, ma che siamo cer­ti pagherà: per­ché solo se un prog­et­to è real­mente parte­ci­pa­to, vis­su­to e con­di­vi­so sarà in gra­do di creare quel proces­so cul­tur­ale che ne cos­ti­tu­isce l’essenza. Il prog­et­to non è cer­to con­clu­so, la parte­ci­pazione ha bisog­no dei pro­pri tem­pi, di una elab­o­razione com­p­lessa, ma la prossi­ma tap­pa è vic­i­na: con­ti­amo già dal prossi­mo gen­naio, infat­ti, di ripren­dere l’attività con la riat­ti­vazione dei lab­o­ra­tori».  Il prog­et­to di Par­co flu­viale del Sar­ca, Comune capofi­la Arco, è cura­to dal­lo stu­dio asso­ci­a­to di prog­et­tazione ambi­en­tale «Ele­men­ti» di Firen­ze. I lavori per la sua real­iz­zazione col­let­ti­va e parte­ci­pa­ta han­no pre­so avvio nel set­tem­bre 2009 e cre­ato – pri­ma risul­ta­to di parte­ci­pazione e con­fron­to – un appos­i­to tavo­lo in cui le quat­tro comu­nità si Arco, Dro, Nago Tor­bole e Riva del Gar­da per la pri­ma vol­ta han­no inizia­to a pen­sare in modo organ­i­co e uni­tario il pro­prio ter­ri­to­rio. Risul­ta­to: qual­cosa come 400 pre­sen­ze com­p­lessive, la parte­ci­pazione di 22 asso­ci­azioni locali, tre di cat­e­go­ria, otto attori eco­nomi­ci, 13 enti e isti­tuzioni, 52 sin­goli cit­ta­di­ni. Inoltre, 25 inter­viste strut­turate e cinque con­feren­ze dei sin­daci. E poi un fit­to pro­gram­ma di lavoro par­ti­to con un cor­so iniziale d’ag­gior­na­men­to per facil­i­ta­tori, fig­ure chia­mate a gestire il com­p­lesso proces­so, pros­e­gui­to poi con incon­tri, escur­sioni, lab­o­ra­tori ter­ri­to­ri­ali, ate­lier sociali, rac­col­ta di mate­ri­ale e d’in­for­mazioni tec­niche e storiche.  E anco­ra, passeg­giate di ric­og­nizione del fiume, lab­o­ra­tori, «open space tech­nol­o­gy», ate­lier sociali, tavoli tem­ati­ci e anche l’alles­ti­men­to di una mostra-ate­lier. Infine, per volon­tà dei parte­ci­pan­ti, la Car­ta del Sar­ca, un doc­u­men­to che rias­sume i prin­cipi ispi­ra­tori e le linee d’ind­i­riz­zo del prog­et­to, e la Casa del par­co, una sede fisi­ca, itin­er­ante sul ter­ri­to­rio, in cui dare conc­re­ta ospi­tal­ità all’idea stes­sa di par­co e sup­por­to alle inizia­tive. In prospet­ti­va, l’is­ti­tuzione di un lab­o­ra­to­rio ter­ri­to­ri­ale per­ma­nente per dare con­ti­nu­ità alle forme di con­fron­to e appro­fondi­men­to atti­vate. In prospet­ti­va res­ta l’obiettivo del­l’at­ti­vazione di un Par­co flu­viale locale, nel quadro del­la legge provin­ciale 11/2007 e del Piano urban­is­ti­co provin­ciale 2008, attra­ver­so un accor­do di pro­gram­ma e un piano di ges­tione da sot­to­scri­vere a cura delle munic­i­pal­ità coin­volte (che nel­l’in­ten­zione dovreb­bero aumentare fino a coin­vol­gere tutte le comu­nità lun­go il cor­so del fiume) e del­la Provin­cia autono­ma di Tren­to. Si ricor­da che è sta­to real­iz­za­to un sito web (www.progettosarca.it), oltre ad una news let­ter già ampia­mente fre­quen­ta­ta. Il prog­et­to di un par­co flu­viale del­la Sar­ca è nato da un prece­dente, atti­va­to nel 2007 dal Comune di Arco, dal tito­lo S.A.R.C.A., ovvero «Spazio Acqua per risco­prire la Cul­tura dell’Acqua», ded­i­ca­to alla pro­mozione del­la cul­tura e del val­ore dell’acqua, con la creazione di uno spazio per­ma­nente ded­i­ca­to al tema e con una serie di inizia­tive di ani­mazione ter­ri­to­ri­ale, infor­mazione e for­mazione. «Un suc­ces­so che viene da lon­tano – dice l’assessore Flo­ri­ani – e dal­la lungimi­ran­za di chi mi ha pre­ce­du­to: per questo mi sem­bra doveroso, in questo momen­to, ricor­dare il lavoro degli asses­sori all’ambiente Fab­rizio Miori e Rober­ta Angeli­ni».   Il par­co flu­viale del­la Sar­ca Tra gli inter­ven­ti con­creti pro­posti dal prog­et­to, quel­li di riqual­i­fi­cazione flu­viale preve­dono inter­ven­ti di nat­u­ral­iz­zazione e riqual­i­fi­cazione delle sponde e degli ambi­en­ti tipi­ci del cor­ri­doio flu­viale, di ripopo­la­men­to itti­co, di poten­zi­a­men­to delle con­nes­sioni eco­logiche e d’in­cre­men­to del­la qual­ità del­l’ac­qua. In lin­ea gen­erale, il prog­et­to prevede di rista­bilire, dove pos­si­bile, la situ­azione di un tem­po, quan­do il fiume pre­sen­ta­va una diver­si­fi­cazione e una vari­età mor­fo­log­i­ca – fon­da­men­tali per l’e­co­sis­tema acquati­co – molto più mar­cate d’og­gi. All’in­ter­no del pro­gram­ma speci­fi­co per la diver­si­fi­cazione degli eco­sis­te­mi, sono pro­posti alcu­ni inter­ven­ti pun­tu­ali, stu­diati per aree che si prestano par­ti­co­lar­mente ad una decisa riqual­i­fi­cazione nat­u­ral­is­ti­ca: sono quelle nei trat­ti di fiume di ponte Maso del Gob­bo, di local­ità Isole, del­la Mole­ta, del­la zona indus­tri­ale di Arco, del­la foce del rio Salone e del­la foce del­la Sar­ca. Tut­ti prog­et­ti che neces­si­tano, nat­u­ral­mente, di appro­fondi­men­ti tec­ni­ci e, dov’è il caso, del­la disponi­bil­ità dei pro­pri­etari pri­vati, ma che cos­ti­tu­is­cono un’indi­cazione forte e oper­a­ti­va del prog­et­to di par­co flu­viale.  Per quan­to riguar­da la popo­lazione itti­ca, il prog­et­to mette in luce la neces­sità di real­iz­zare, soprat­tut­to in cor­rispon­den­za degli sbar­ra­men­ti idroelet­tri­ci, adeguati pas­sag­gi per i pesci, oltre al poten­zi­a­men­to degli attuali inter­ven­ti di ripopo­la­men­to, par­ti­co­lar­mente di due specie carat­ter­is­tiche e a ris­chio estinzione quali la tro­ta lacus­tre e la tro­ta mar­mora­ta. Un capi­to­lo a parte riguar­da la ges­tione del­l’in­va­so di ponte Pià che intrap­polan­do tut­ti i sed­i­men­ti prove­ni­en­ti da monte, àltera sig­ni­fica­ti­va­mente il regime delle piene ordi­nar­ie: il prog­et­to indi­ca come nec­es­sario, al riguar­do, un nuo­vo pro­to­col­lo di ges­tione di HDE, Hydro Dolomi­ti Ener­gia.  Una delle linee d’in­ter­ven­to del prog­et­to riguar­da la fruizione del par­co: in par­ti­co­lare, si evi­den­zia l’op­por­tu­nità di strut­turare, a par­tire dal­l’e­sistente, una rete ciclope­donale com­ple­ta, dal­la sor­gente alla foce del­la Sar­ca, oltre che di sen­tieri e per­cor­si a cav­al­lo. Anco­ra, di real­iz­zare pun­ti di acces­so priv­i­le­giati da iden­ti­fi­care come «porte del par­co»; per­cor­si di acces­so e fruizione del fiume adat­ti a per­sone por­ta­tri­ci di dis­abil­ità; aree attrez­zate (già pre­viste dai PRG e in alcu­ni casi solo da poten­ziare) forte­mente carat­ter­iz­zate nel loro rap­por­to col fiume; aree per la bal­neazione in sicurez­za, per­lop­iù dove stori­ca­mente pre­sen­ti. Ricade in quest’am­bito d’in­ter­ven­to anche l’aper­tu­ra del­la Casa del par­co quale luo­go «catal­iz­za­tore di social­ità» e cen­tro di pro­mozione e fruizione tur­is­ti­ca del par­co.  Un obi­et­ti­vo del par­co è la pro­mozione di forme di tur­is­mo sosteni­bili: da qui l’idea di pro­gram­mi for­ma­tivi lab­o­ra­to­ri­ali imper­niati sul­la conoscen­za del­l’e­colo­gia del fiume,  del ciclo delle acque, del­la for­mazione del pae­sag­gio, del­la pro­duzione idroelet­tri­ca, anche in sin­er­gia con forme di ospi­tal­ità rurale e inizia­tive sim­ili, attivabili in con­seguen­za  del­l’azione del Dis­tret­to Agri­co­lo. 

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