venerdì, Marzo 29, 2024
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Il nuovo sindaco ha presentato ieri in aula le linee programmatiche dell’amministrazione di centrodestra

Paroli: «Ecco il mioprogramma per la città»

A ben vedere è il primo consiglio comunale dell’era Paroli. Perchè quello dei primi di maggio non era altro che un’assemblea d’insediamento del sindaco e della sua squadra. La politica della nuova Loggia non traspariva ancora, si è palesata ieri con la pesentazione del programma della nuova giunta.A esporlo è stato. come impone lo statuto, lo stesso successore di Paolo Corsini, il quale per due volte era stato protagonista di questo passaggio, in cui alla città e ai suoi rappresentanti di maggioranza e opposizione, si fa sapere quali saranno le coordinate lungo le quali si muoverà l’amministrazione. Sebbene declinata al futuro, a colpi cioè di «faremo» e «realizzeremo», quella scattata ieri è la fotografia della Brescia dei prossimi cinque anni (e, perchè no, l’impronta di quella che verrà dopo, così come nelle cartelle lette da Corsini cinque anni fa non si leggeva solo la città rivoltata come un calzino, ma la metropolitana leggera pronta a correre da San Polo a oltre l’ospedale Civile).Ieri insomma Adriano Paroli ha presentato la carta d’identità della sua amministrazione. I suoi propositi, i suoi desiderata in cui si condensano le aspettative di una parte della cittadinanza, di più della metà dei bresciani, se dobbiamo credere all’efficienza di quel pezzo importante della democrazia che è il sistema della rappresentatività.UNA CARTA D’IDENTITÀ che ora è chiamata all’esame dei fatti, come accade sempre ad ogni politica vincente alle urne. Accade cioè che da mera politica debba divenire concreta amministrazione senza troppo tradire se stessa. Ed è questo che dovrà fare Paroli, non tradire, il che significa mettere in pratica quel pezzo di futuro della città che ha letto davanti ai consiglieri e alla sua giunta e che è supergiù la fotocopia del programma elettorale con il quale il centrodestra ha ottenuto il 13 e 14 aprile il gradimento degli elettori bresciani.Due i documenti «da non tradire»: la carta dei Valori e il programma vero e proprio. Che sono i riferimenti, ma che Paroli non ha letto, preferendo a flash toccare alcuni temi dell’azione politico-amministrativa che verrà. La sicurezza, il centro storico, quanto spetta al sindaco nel governo dell’immigrazione, lo sviluppo urbanistico della città, il traffico, la viabilità, i servizi sociali ecc. Sullo sfondo della Carta dei valori, il perimetro dei principi che ha fatto da collante al primo patto tra i partiti del centrodestra bresciano, il patto da cui ha preso le mosse la sfida per il governo della città.Una carta che valorizza la sussidiarietà, ad esempio, considerandola un principio guida nel settore dei servizi sociali, dove il Comune ritaglia per sè un ruolo di coordinamento e di indirizzo ma nell’erogazione entra in gioco dove il privato (sociale e non), non può arrivare. Soggetti, gli enti intermedi e i privati, cui Paroli assegna compiti di prima fila.E così in generale affermando che «abbiamo troppa fiducia in chi fa, per fare tante cose al suo posto» il sindaco dichiara guerra all’assistenzialismo e sposa l’idea di un Comune minimo, che fa da stimolo, agevola e crea le condizioni perchè gli imprenditori del commercio, della ristorazione, dei trasporti, gli artigiani possano operare. Quando parla di capitale umano, nella «Carta» si riferisce a queste risorse presenti nella società e nell’economia cittadina. Da facilitare anche – sul versante della finanza locale – lasciando in mano loro e delle famiglie il più possibile del frutto del loro lavoro.E tornando al tema dei servizi sociali, l’impostazione in materia di assistenza a disabili e anziani è quella seguita anche dalla Regione e in generale dalle amministrazioni di centro destra: mantenerli nella famiglia, aiutando quest’ultima attraverso sostegni mirati in denaro, sotto forma magari di voutcher. Ma prima di tutto «trovare il modo di aiutare anche con 100 o 200 euro al mese le famiglie più in difficoltà».E POI I CAPISALDI della campagna elettorale: la sicurezza e la mobilità. Paroli nella sua relazione programmatica non poteva dimenticare questi capitoli che per alcuni sono stati quelli vincenti. La tolleranza zero da praticare d’ora in avanti è quella inalberata in campagna elettorale, e sarà praticata al fine di abbassare l’allarme sociale. L’insicurezza percepita si attenua con «più agenti delle forze dell’ordine». Ma chiarisce: «L’equazione immigrati ordine pubblico è sbagliata ma anche pensare che siano fenomeni indipendenti».Sulla mobilità ha accennato a iniziative che in parte sono già concretamente in campo. L’apertura della Ztl – «una deliberazione sperimentale» – deve solo essere ufficializzata e ha già mosso polemiche; servirà più tempo invece per far tornare il ring a 4 corsie, ripristinare l’onda verde e per i parcheggi che devranno coprire il surplus di auto («serve realizzarlo sotto la galleria Tito Speri») e cancellare le Lam. E per migliorare il deflusso può venir buono il vecchio progetto di sottopasso in via Turati.

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