giovedì, Marzo 28, 2024
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Riprende, a Garda, una tradizione interrotta da qualche anno

Pasquetta in coro sulla Rocca con pesce, vino e tante cante

con i tuoi, Pasqua con chi vuoi, ma col coro La Rocca. Ormai tra i gardesani è tradizione quasi trentennale che il lunedì dell'Angelo lo si trascorra sul pianoro della Rocca col gruppo corale che ha preso il nome proprio dal colle che separa Garda e . A dire il vero, c'era stato uno stop negli ultimi tre-quattro anni, ma si riprende. «L'amministrazione comunale», dice Beppe Bertamè, fondatore e inossidabile presidente del coro La Rocca, «ci ha invitati a ripristinare la festa di Pasquetta e ci è venuta incontro mettendo a disposizione i mezzi per il trasporto del materiale. Da parte nostra, avevamo voglia di tornare a passare il lunedì di Pasqua sulla Rocca coi nostri amici, ma senza aiuti dell'ente non ce la facevamo». D'altra parte, sottolinea Bertamè, «la tradizione era nata proprio per una richiesta pubblica: era stata l'azienda di soggiorno a spingerci a incominciare. La nostra festa era nel calendario della Pasqua tra gli olivi, insieme coi concerti e la via crucis di Castelletto. A noi ha sempre fatto piacere esserci: c'è da tribolare, ma ci si diverte». Il copione è semplice: alle 7 i coristi cominciano a preparare e verso le 10.30 inizia a funzionare la cucina. Si va avanti fino al tardo pomeriggio, viveri permettendo. Di tanto in tanto, quando c'è un attimo libero, una canta del coro. E le canzoni prendono decisamente il sopravvento quando, verso sera, le provviste sono finite. Il menù è popolare: pesce fritto, pane e salame e gòti, abbondanti, di bianco e rosso. Friggitore ufficiale è, da sempre, il Togno Sabaini, corista, ma anche figlio d'arte in fatto di pesce fritto: il padre aveva un chiosco nella piazza del porto, con l'insegna «da Albino pesce fino», quasi un'icona dei primordi del turismo gardesano. «Il pesce ce lo dà anche stavolta, a prezzo contenuto, la Cooperativa fra pescatori», aggiunge Bertamè, «e anche questa è una tradizione. Penso che friggeremo sardéne, perché di àole non se ne trovano più. Pensare che le prime volte che organizzavamo la Pasquetta, negli anni Settanta, salivamo la mattina presto sulla Rocca e da lassù tenevamo d'occhio le barche dei pescatori, in particolare quella dell'Otto Ragnolini, che uscivano coi rematini per pescarci le àole: quando vedevamo che stavano per rientrare in porto, partivamo in jeep per andare a caricarle». A parte l'organizzazione del coro, la Pasquetta sulla Rocca è comunque rito consolidato tra i gardesani. In passato tutto dipendeva dall'esito meteo del giorno delle Palme, perché «Se fa 'l sòl su l'olivèla, piòvi su la brasadèla», e la brasadèla era il dolce popolare del lùni de Pasqua. In caso di bel tempo, le famiglie di Garda si ritrovano «a inerpicarsi verso la Rocca», come ha lasciato scritto Pino Crescini, «lungo i sentieri sbrigliati nel bosco. Si sarebbero formati allegri clan, si sarebbero stese tovaglia sull'erba, si sarebbero vuotate le sporte. Gran mangiare e gran tracanna re».

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