giovedì, Aprile 25, 2024
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Il presidente del Comitato per la salvaguardia delle colline moreniche scrive alle Procure di Verona e di Brescia. Troppo rumore e barche sotto costa perché in molti non conoscono le regole

«Per il lago ci sono leggi sconosciute»

Finisce sui tavoli delle Procure di Verona e Brescia la richiesta di divulgare e far rispettare la disciplina per la navigazione su lago di Garda, fatta dal Comitato per il parco delle colline moreniche a Regioni, Provincie, Comuni e istituzioni varie competenti in materia. «Abbiamo scritto ancora lo scorso 8 giugno. A tutt’oggi abbiamo ricevuto la sola risposta della Provincia autonoma di Trento», dice Emilio Crosato, presidente del Comitato, «questo silenzio da parte delle altre istituzioni ci ha spinto ad interessare le Procure e a chiedere loro di verificare le eventuali responsabilità per omissioni di atti d’ufficio per la mancata applicazione sul Garda della normativa vigente in materia di navigazione». Nella lettera inviata a giugno il Comitato richiamava alcuni articoli della legge, a partire dalla sua finalità, ovvero: «Garantire la sicurezza della navigazione e della balneabilità, la salvaguardia dell’ambiente naturale e il miglioramento dello sviluppo turistico; la protezione della fascia costiera, il divieto di navigazione nelle zone riservate alla balneazione e in quelle mantenute a canneto e di rilevanza archeologica e naturalistica; l’obbligo, per i natanti, di restare a 300 metri dalla costa; i limiti massimi di velocità di 20 nodi nelle ore diurne, 5 nodi nelle notturne e 3 nodi nelle fasce di protezione; il divieto di provocare rumori molesti superiori a 60 decibel a 20 metri di distanza». «Ma la realtà è ben diversa», continua Crosato, «spesso la rumorosità è fuori limite, le velocità eccessive, si verifica mancanza di rispetto delle fasce di protezione delle zone archeologiche e dei canneti. E tutto questo perché sono in tanti a non conoscere la normativa: il dato emerge da un’indagine svolta, tra l’atro, nei cantieri nautici, nei campeggi, nell’Apt». «D’altra parte l’opuscolo del regolamento, pubblicato dalla Comunità del Garda nel 2002, è sconosciuto o non disponibile. Noi abbiamo faticato a l’abbiamo trovato solo all’Ispettorato di porto». A questa mancata divulgazione si aggiunge, secondo il Comitato colline moreniche, la difficoltà a vigilare correttamente sui comportamenti di chi naviga sul lago di Garda. «Gli addetti alla vigilanza non sono dotati delle apparecchiature necessarie al controllo della velocità e rumorosità. Le zone balneari e le zone a canneto non sono delimitate, così come non è indicata la fascia di protezione costiera». A fronte di questa situazione, il Comitato per il Parco delle colline moreniche aveva chiesto alle istituzioni di pubblicare in più lingue la normativa e di curarne la divulgazione; si chiedeva inoltre di dotare gli organismi preposti degli strumenti necessari alla vigilanza e al rilevamento delle infrazioni; di predisporre la segnaletica necessaria e le boe a delimitazione delle zone protette e delle aree riservate alla balneazione. «Ci sembra un modo molto concreto per tutelare i fruitori del lago e, nel contempo, la salubrità di questo habitat naturale. Per questo», ribadisce Crosato, «pare incredibile che Regioni Veneto e Lombardia, Province di Verona e Brescia, i Comuni di Peschiera, Castelnuovo, Lazise, Sirmione e Desenzano e anche il Comitato permanente d’intesa per la disciplina del Demanio lacuale e della navigazione sul Garda non abbiano ritenuto di dover dare il benché minimo cenno di risposta». «E in aggiunta non risulta che siano state intraprese le iniziative da noi sollecitate, indispensabili per dare attuazione alle prescrizioni normative. Ecco perché abbiamo scritto alle Procure: considerata la costante pericolosità della situazione», conclude Crosato, «auspichiamo che almeno loro possano verificare lo stato delle cose».

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