martedì, Aprile 16, 2024
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Operaio 39enne, residente con la famiglia a Salò, denunciato per simulazione

Perde tutto lo stipendio ai videopoker. Si inventa una rapina per gius

Dopo aver messo in subbuglio per qualche ora i carabinieri di Lonato e la centrale operativa di Desenzano, raccontando di essere rimasto vittima di una rapina, un operaio della Feralpi di Lonato ha confessato di essersi inventato tutto.I quasi 1.300 euro del salario, percepito dal lavoratore la sera prima, l’aveva invece mandato in fumo giocando alle slot machine in alcuni bar di Lonato; poi, non sapendo come giustificarsi per l’imperdonabile sciocchezza di aver sperperato in poche ore il denaro guadagnato in un mese di duro lavoro, l’operaio ha pensato di inventarsi la storia della rapina.Per lui un venerdì 13 davvero scalognato, perché ora il 39enne B.E., residente a Salò, avrà da fare i conti sia con la propria moglie, sia con la giustizia, che lo processerà per «simulazione di reato e procurato allarme».In breve i fatti. Giovedì l’uomo ha incassato il salario mensile. Ma venerdì pomeriggio, prima di andare a lavoro, è entrato in un bar per giocare alle slot machine, pensando di raddoppiare o comunque incrementare il gruzzolo dei soldi guadagnati in fabbrica.Ma dopo cinque ore di giocate frenetiche, dei 1300 euro non gli restava in tasca che qualche spicciolo. Le slot machine infatti, puntata dopo puntata, gli hanno fatto azzerare il piccolo patrimonio.Cosa dire adesso in famiglia? L’operaio, disperato per la perdita al gioco, escogita a questo punto una bugia clamorosa. Si reca alla caserma dei Carabinieri di via D’Acquisto e racconta di essere stato rapinato «da quattro uomini a viso scoperto con accento slavo, appena uscito dal bar» e di essere stato costretto, sotto la minaccia di un coltello, a consegnare il portafoglio con l’intero stipendio.Ma le indagini, condotte personalmente dal maresciallo Luca Chesini, coadiuvato dal collega Fabio Colasi, non trovano tuttavia riscontri: le videocamere di Lonato non immortalano la Golf nera indicata dall’operaio come l’auto dei banditi.Alcuni testimoni infine confermano che l’operaio aveva giocato per parecchie ore. Messo alle strette, alla fine B.E. confessa.

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