martedì, Aprile 23, 2024
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Una serata con il Rotary a Desenzano

Pia Donata Berlucchi sacerdotessa del vino

Pia Donata Berlucchi è stata la protagonista della serata, al Park Hotel di Desenzano, organizzata dal Rotary della sponda bresciana del lago di Garda, presieduto da Alberto Monti. La signora, avvocatessa, è amministratrice delegata e direttrice generale della spa Berlucchi, di cui è proprietaria assieme ai fratelli Francesco, Gabriella, Marcello e Roberto, e che produce circa mezzo milione di bottiglie all’anno. L’azienda, a Borgonato di Cortefranca, possiede circa 50 ettari di vigneti a Doc. Pia Donata guida anche l’ Associazione «Le donne del vino», con 700 iscritte: produttrici, enotecarie, ristoratrici, sommelier, giornaliste. Nata da mamma milanese, che accostava le «Quattro stagioni» di Vivaldi e le grandi opere letterarie alla semplicità della terra, e papà ingegnere (costruiva dighe), ha sempre trascorso le vacanze in campagna, abbinando natura e cultura. «Nell’immaginario collettivo -ha avuto modo di dire- il vino è la bevanda del contadino, che durante il lavoro posa a terra la zappa e beve a canna dal fiasco. Le bollicine Franciacorta, con la finezza dei loro profumi, sono invece più femminili, sinonimo di effervescenza, versatilità, eleganza». Nella serata del Rotary, la Berlucchi ha ripercorso la vita delle donne nei campi e l’approccio col vino, considerato la bevanda degli dei. In passato dovevano mantenere una certa compostezza, e non potevano permettersi di berlo. Ai tempi dei romani, se scoperte ubriache, venivano addirittura ammazzate. Col Rinascimento le cose cambiano, il rosso prorompe sulle tavole, e sorgono aziende che producono calici di vetro soffiato. Nel ‘700 una Veuve Clicquot, rimasta vedova, diviene imprenditrice, scoprendo il remuage, la tecnica per eliminare il deposito sul fondo della bottiglia. E una donna di casa Moet comincia a esportare in Russia, agli zar. Ai primi del ‘900 occorre grande coraggio per credere nella terra. «Oggi – sottolinea la signora – la donna rappresenta l’innovazione. E’ aperta sia alla ricerca che al lancio delle colture biologiche. Il vino ha ispirato pittori e musicisti. L’universo femminile ne è affascinato. Da un lato siamo pessimiste, perchè mai contente di quanto fatto. Ma, dall’altro, guardiamo con coraggio al futuro. E’ l’ottimismo dopo la tempesta».

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