Al traguardo l’innovativa legge che aiuta i paesi con meno di 5 mila abitanti (nel Bresciano sono 145). Sconti Ici e incentivi a chi vi trasferirà residenza o impresa

Piccoli comuni, è l’ora del riscatto

01/02/2003 in Attualità
Di Luca Delpozzo
Pietro Gorlani

Buone notizie per i pic­coli comu­ni: il 21 gen­naio scor­so la Cam­era dei dep­u­tati ha approva­to il dis­eg­no di legge per il sosteg­no e la val­oriz­zazione dei pae­si con popo­lazione pari o infe­ri­ore a 5 mila abi­tan­ti. Ora il dis­eg­no di legge passerà al giudizio del Sen­a­to ma — vis­to il con­sen­so trasver­sale delle forze politiche fir­matarie del­la pro­pos­ta (capeg­gia­ta dall’onorevole Ermete Realac­ci del­la Margheri­ta) — sem­bra non ci siano dub­bi sul­la sua defin­i­ti­va approvazione. Di che cosa si trat­ta? La legge si pre­figge lo scopo di val­oriz­zarne il pat­ri­mo­nio nat­u­rale, rurale e stori­co-cul­tur­ale e sostenere e pro­muo­vere le attiv­ità eco­nomiche, sociali, ambi­en­tali e cul­tur­ali eserci­tate nei pic­coli Comu­ni, che occu­pano in Italia i tre quar­ti di tut­to il ter­ri­to­rio nazionale (6 mila su un totale di 8 mila) e sono anche l’asse por­tante dell’organizzazione ter­ri­to­ri­ale bres­ciana. Nel­la nos­tra provin­cia, infat­ti, i comu­ni con meno di 5 mila abi­tan­ti sono ben 145 su 206. E’ bene pre­cis­are che non tut­ti i pic­coli comu­ni benefi­cer­an­no di ques­ta legge. Così come scrit­to nel dis­eg­no di legge, essa si riv­ol­gerà a quei comu­ni: — col­lo­cati in aree ter­ri­to­rial­mente diss­es­tate; — che si trovano in situ­azioni di mar­gin­al­ità cul­tur­ale, eco­nom­i­ca e sociale (in par­ti­co­lare nei comu­ni dove, negli ulti­mi dieci anni, si sia reg­is­tra­to un sig­ni­fica­ti­vo calo del­la popo­lazione res­i­dente); — siti in zone preva­len­te­mente mon­tane, carat­ter­iz­zate da dif­fi­coltà di comu­ni­cazione e di per­iferic­ità rispet­to a gran­di cen­tri abi­tati. Non rien­tra­no però nelle agevolazioni finanziarie quei comu­ni, che sep­pure pic­coli, reg­is­tra­no una «ele­va­ta den­sità di attiv­ità eco­nomiche o pro­dut­tive, o risul­tano vici­ni a gran­di cit­tà». E’ abbas­tan­za facile dedurre, sof­fer­man­do­ci sul­la nos­tra provin­cia, quali siano le comu­nità che potran­no godere di tali ben­efi­ci leg­isla­tivi: qua­si tut­ti i comu­ni delle val­li bres­ciane e alcu­ni del­la Bas­sa, ai con­fi­ni del­la provin­cia, carat­ter­i­za­ti da un’economia preva­len­te­mente agri­co­la. Entro sei mesi dall’entrata in vig­ore del­la legge un’apposita com­mis­sione min­is­te­ri­ale pre­sen­terà un elen­co di tut­ti i comu­ni idonei a rice­vere i ben­efi­ci. In con­cre­to, quali saran­no le prin­ci­pali agevolazioni e con­tribu­ti? In mate­ria fis­cale ver­rà isti­tu­ito un appos­i­to fon­do che pre­mierà quelle ammin­is­trazioni che diminuiran­no l’Ici ai pro­pri cit­ta­di­ni, o che applicher­an­no agevolazioni sull’imposta di reg­istro per l’acquisto del­la pri­ma casa (art. 13; com­ma a e b). Ver­ran­no innanz­i­tut­to garan­tite l’efficienza e la qual­ità dei servizi essen­ziali: dall’istruzione alla san­ità, dai servizi socio-assis­ten­ziali a quel­li postali (uffi­ci potran­no essere aper­ti in tut­ti i comu­ni). E’ pre­vista, inoltre, la val­oriz­zazione e la com­mer­cial­iz­zazione dei prodot­ti agro-ali­men­ta­ri tradizion­ali dei pic­coli comu­ni, che potran­no tute­lare l’originalità e la qual­ità delle loro pro­duzioni. Cias­cu­na regione, provin­cia o comune, potrà dis­porre incen­tivi finanziari a col­oro che trasferiscono la pro­pria res­i­den­za (o la pro­pria attiv­ità eco­nom­i­ca) da un comune supe­ri­ore ai 5 mila abi­tan­ti a un pic­co­lo comune, impeg­nan­dosi però a non mod­i­fi­car­la per almeno dieci anni.

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