giovedì, Aprile 18, 2024
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Il futuro di Montecroce al centro del Consiglio comunale - E Forza Italia si è divisa L’ospedale potrebbe affidare dialisi e risonanza ai privati

Pneumologia? Non chiude

Sanità, tasto dolente. Sul Garda quando si comincia a parlare di ospedali nuovi o vecchi, le forze di centrodestra da qualche mese entrano in fibrillazione. Dopo la polemica sull’ospedale di Roè Volciano o, se volete sull’ampliamento di quello di Gavardo, che sta dividendo il Polo, l’altra sera in Consiglio comunale Emanuele Giustacchini, capogruppo di Forza Italia, prima di leggere un’interrogazione sulla situazione dell’ospedale di Desenzano, è stato interrotto dalla collega di partito Maria Stella Gelmini. L’assessore provinciale al Territorio ha sottolineato di «non condividere assolutamente l’interpellanza» e ha poi precisato che «quella di Giustacchini deve essere considerata una posizione del tutto personale e non, quindi, in veste di capogruppo di Forza Italia». La presa di distanza tra i due esponenti «azzurri» potrebbe ora avere qualche strascico. Per la maggioranza di centrosinistra, ovviamente, si è trattato di un inaspettato regalo, subito raccolto. Se n’è avuta prova quando l’assessore Silvia Colasanti, dei Ds, ha dato risposta all’interrogazione, fornendo dati raccolti direttamente dal direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Desenzano, Mauro Borelli. Ma la Colasanti non ha mancato di sferrare attacchi alle scelte di politica sanitaria della Regione e «dei precedenti direttori cambiati in numero esagerato in un fazzoletto di tempo (da Teggia a Foschini, a Borelli)». Vediamo le «assicurazioni» fornite da Borelli. Pneumologia: «Non chiuderà, anzi saranno valorizzate le attuali professionalità». Taglio dei posti letto di Medicina: «Da poco tempo il reparto è tornato ad avere i suoi 40 letti, la Chirurgia è ridotta da un anno ma, in compenso – ha riferito Borelli all’assessore – da alcuni mesi è arrivata un’équipe di chirurgia mininvasiva e uno specialista in chirurgia senologica; inoltre in molti reparti è arrivato nuovo personale anche tramite appalti e così sono stati razionalizzati il personale e i servizi». E ancora, l’azienda di Desenzano, stando sempre alle assicurazioni del direttore, «è al primo posto come risultato economico di previsione; lo scorso anno invece l’azienda chiuse con una perdita di 17 milioni di euro e la Regione ha ripianato parte del deficit con gli 8 milioni e mezzo derivati dalla cessione dell’area di Madergnago». Risonanza magnetica ed emodinamica: «L’azienda sta studiando la possibilità di esternalizzare la dialisi e l’acquisto della risonanza in conto prestazione (cioè si paga il numero delle prestazioni eseguite)». Reclami dei cittadini: «Il loro numero nel 2002 è stato inferiore a quello dell’anno precedente ma – ha osservato Silvia Colasanti – è un dato forse sottostimato considerato che non sempre gli utenti prendono carta e penna per protestare». Giustacchini, nella sua brevissima replica, ha detto di non sentirsi per niente «soddisfatto della risposta avuta». Intanto sul Sert, il servizio per tossicodipendenti gestito dall’Asl, non c’è più speranza di tenerlo aperto a Desenzano. I pazienti in cura continueranno a rivolgersi alla struttura di via Gramsci, ma fino ad esaurimento. I nuovi utenti verranno dirottati a Salò o Montichiari.

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