sabato, Aprile 20, 2024
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La denuncia parte dal sindaco di Riva ma anche la Comunità del Garda è preoccupata e chiede nuovi poteri. Solo 75 centimetri sopra lo zero idrometrico: in arrivo un’estate difficile

Poca acqua, il Garda è a rischio

Preoccupano i livelli delle acque del lago di Garda: troppo basso rispetto agli anni precedenti. A lanciare il grido d’allarme è il primo cittadino di Riva, Claudio Molinari, che nell’ultima riunione dei sindaci rivieraschi, svoltasi il 6 marzo a Bardolino, non ha mancato d’esternare ai colleghi lacustri l’apprensione per una situazione che potrebbe avere ripercussioni durante la stagione turistica. E in effetti ieri mattina la colonnina di Peschiera registrava solo 75 centimetri sopra lo zero idrometrico, un’altezza decisamente più bassa rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+90). Se andiamo poi a ritroso nel tempo, si scopre che nel marzo del 2004 la quota era di circa 100 centimetri sopra lo zero idrometrico e nel 2003, anno nero per il Benaco con il lago che a settembre si attestò al minimo storico (+8), addirittura a quota 120 centimetri. «La situazione non va sottovalutata, anche perché in questo periodo i prelievi sono ridotti al minimo, circa 15 metri cubi al secondo contro i 69 della primavera-estate», afferma in un comunicato il sindaco di Riva, Claudio Molinari. In effetti dalla diga di Salionze, sbarramento artificiale costruito nel 1950 al fine di garantire le esigenze irrigue del mantovano e quelle turistico ambientali della comunità gardesana, esce solo la quantità minima d’acqua per ossigenare il Mincio. «Nonostante i prelievi ridotti, il livello delle acque del Garda si sta alzando molto lentamente», continua il primo cittadino trentino, «a dimostrazione delle ripercussioni dovute alla situazione di emergenza dell’estate scorsa, quando il livello del Garda aveva toccato, in agosto, i 10 cm sopra lo zero idrometrico di Peschiera. Senza dimenticare che fra poco più di un mese ai primi di maggio ripartiranno le irrigazioni alle campagne del mantovano». «È vero, gli standard attuali dovrebbero essere attorno ai 100 centimetri sopra lo zero idrometrico», ribatte Pier Lucio Ceresa, segretario generale della Comunità del Garda, «ma non è automatico che la stagione alle porte possa diventare critica per il lago di Garda. In montagna c’è neve in abbondanza, molto di più rispetto agli anni scorsi». «Il problema comunque è a monte: bisogna investire nel settore agricolo razionalizzando il sistema d’irrigazione e rivedere le colture con la semina di prodotti agricoli che richiedano meno acqua», sostiene Ceresa, che ormai da decenni si sente rivolgere dai giornalisti le stesse domande. Non lo dice apertamente ma la verità e che alla fine in questi lustri poco o nulla si è fatto per risolvere alla base il problema dei livelli dell’acqua del lago, continuando la perenne disputa se sia meglio privilegiare l’economia turistica gardesana o l’agricoltura virgiliana. «Una soluzione comunque ci potrebbe essere», continua Ceresa, «la creazione di bacini artificiali da realizzare nell’area che va da Peschiera, Desenzano e il mantovano, per immagazzinare grande volumi d’acqua da utilizzare in caso di necessità». E chi paga i lavori? «Non lo so, ma penso dovrebbero essere a carico dello Stato o delle Regioni». In attesa di novità concrete, la Comunità del Garda si è attivata per favorire un incontro con l’ingegnere Luigi Mille, direttore generale dell’agenzia interregionale del Po, e fare il punto della situazione. L’ente di Gardone Riviera in un documento a firma del presidente Aventino Frau ha recentemente ribadito ai sindaci lacustri: «Il Garda deve poter governare, senza egoismi ma anche senza subire soprusi, la gestione dei propri livelli: delle acquisizioni dall’Adige e delle cessioni al mantovano». «Bisogna riflettere su di un’Autorità di bacino che tolga il lago dalla scomoda e ingiusta posizione di essere un contraente debole e spesso danneggiato dagli sprechi altrui. Bisogna riesaminare il rapporto», conclude Frau, «tra le acque del lago ed i sistemi fluviali connessi e riequilibrare il sistema con maggiore vantaggio per il lago di Garda».

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