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Politiche abitative: oltre l’emergenza a Desenzano del Garda

L’amministrazione comunale di Desenzano rafforza l’impegno per l’emergenza affitti e stanzia complessivamente 102mila euro. Non solo: dalla Regione Lombardia, tramite il Piano di sostegno alla mobilità nella locazione, sono in arrivo circa 109mila euro da investire in una logica non solo emergenziale, ma di gestione sistemica del problema abitativo.

A fine 2014 Regione Lombardia ha definito i trasferimenti ai Comuni per il bando sostegno affitto. Rispetto a quanto preventivato lo scorso luglio nella delibera regionale le somme da riconoscere a ciascun cittadino avente diritto ai contributi sono state ridotte per l’elevato numero di domande pervenute. Come risultato, i contributi, divisi in due fasce di reddito, sono passati da 2.000 euro (per la prima fascia: da 0 a 5.500 euro annui) e 1.500 euro (seconda fascia: da 5.501 a 9.500 euro), previsti inizialmente, ai rispettivi 943 e 707,25 euro. Per raggiungere tali somme il Comune sarebbe tenuto ad aggiungere fondi propri per 175,40 nel primo caso e 131,55 nel secondo. Se si considera poi che, per la maggior parte delle famiglie risultate beneficiarie del contributo, queste somme costituiscono l’unica garanzia per poter assolvere agli impegni con i proprietari, è evidente come la riduzione metta in crisi il sistema.

Consapevole di tutto questo, l’amministrazione comunale di Desenzano ha deciso di aumentare i propri stanziamenti a sostegno della locazione portando l’integrazione della quota regionale da 175,40 a 400 euro, così da alzare il contributo complessivo per le famiglie a 1.343 euro, per la prima fascia, e a 945 per la seconda. Pertanto, la cifra totale messa a disposizione dal Comune è di oltre 86mila euro, cui si aggiungono 15.800 euro stanziati per le ultime emergenze, per un importo complessivo di circa 102mila euro.

Sempre a proposito di politiche abitative, Desenzano è l’unico Comune del Garda bresciano, e insieme a pochissimi altri Comuni lombardi, ad aver presentato alla Regione Lombardia un progetto per finanziare altre azioni di sostegno alla mobilità nella locazione, in una logica meno emergenziale e più “di sistema”. E su tale piano di interventi la Regione ha accordato un finanziamento di circa 109mila euro, che potranno essere immessi nel mercato degli affitti a fronte della disponibilità dei proprietari a praticare canoni che tengano conto della difficile situazione economica che anche Desenzano sta affrontando.

«Con questo progetto – spiega l’assessore ai Servizi sociali Antonella Soccini – il Comune intende supportare entrambi i soggetti coinvolti dalla crisi del mercato della casa: gli inquilini, che a seguito della perdita del lavoro faticano a rispettare le scadenze di pagamento, e i proprietari, che di fatto si vedono privati della possibilità di utilizzare i propri beni faticando, peraltro, a ricavare un minimo di reddito. Certo, questo è possibile nella misura in cui tutti si impegnano a fare la loro parte. Il Comune ha degli obblighi normativi ai quali non intende sottrarsi, ma nel contempo vuole agire guardando al futuro e concentrando le sempre più esigue risorse a disposizione su politiche sistemiche e in grado di produrre risultati a medio-lungo termine».

Nei prossimi mesi sarà proposto un bando pubblico rivolto a chi intende prendere parte a questo tentativo di offrire una nuova e dignitosa opportunità ai cittadini desenzanesi in difficoltà economica (per ragioni che non dipendono da loro).

Da una recente indagine condotta dall’Ufficio tecnico comunale risulta che a Desenzano del Garda ci sono 10.510 seconde case: di queste 4.410, cioè il 41,97%, risultano vuote, cioè non affittate. Anche ipotizzando che alcune di queste 4.410 abitazioni siano di fatto utilizzate per la villeggiatura estiva dai proprietari, è comunque evidente che sul territorio vi è un patrimonio abitativo consistente e attualmente inutilizzato, patrimonio che si intende intercettare, almeno in parte, con gli interventi ipotizzati nel progetto presentato in Regione.

Una riflessione

Desenzano, come ormai quasi tutti i Comuni, si trova sempre più spesso ad affrontare attraverso i propri Servizi sociali situazioni di famiglie che ormai da diversi anni non percepiscono alcun reddito a causa della perdita del lavoro e che, nel giro di qualche mese, accumulano debiti sul pagamento dei canoni d’affitto, con conseguente avvio di procedure di sfratto (circa 25 quelli noti ai Servizi sociali nel 2014). Molte di queste famiglie, purtroppo, non dispongono di risparmi e hanno una rete parentale-amicale spesso costretta in condizioni analoghe. «Questa amministrazione comunale – dichiara il sindaco Rosa Leso – si sta da tempo interrogando su come fronteggiare quella che ormai si può definire una grande emergenza e su come ripensare il sistema dei servizi/progetti, partendo dal presupposto che l’ente locale, da solo, non può che indirizzare la sua azione su obiettivi realistici, abbandonando l’idea di poter intervenire a 360 gradi. Gli interventi sulle famiglie prive di qualunque reddito e interessate da provvedimenti di sfratto comporterebbero per il Comune una spesa mensile di diverse migliaia di euro, spesa che di fatto non produrrebbe nel tempo alcun risultato, in quanto priva di una progettualità di più lungo periodo. La risposta a questi bisogni non può che venire da azioni concertate con i livelli istituzionali superiori, a partire dalle decisioni di politica per il lavoro e per la casa, che vanno stabilite a livello centrale».

In molti casi, queste famiglie in difficoltà – con figli minori a carico – si aspettano come risposta dai Servizi sociali una “casa popolare” e un supporto economico praticamente costante, erogato dal Comune, in attesa, prima o poi, di trovare un lavoro. «Il destino di queste famiglie non può essere lasciato ai Comuni e, di fatto, agli altri cittadini – conclude l’assessore ai Servizi sociali Antonella Soccini –. Una cosa è la preziosa solidarietà che il territorio vorrà esprimere, e sta già esprimendo, altra cosa è l’investimento di denaro in progetti apparentemente prioritari, ma destinati a produrre nel tempo uno “spreco di risorse”. La prospettiva di un buon amministratore deve, a nostro avviso, saper guardare alla realtà con la lungimiranza necessaria, affrontando l’emergenza, senza farsi guidare da essa: solo così si può provare a delineare un efficace e duraturo sistema di sostegno alle fragilità».

Desenzano dal castello 2014

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