venerdì, Aprile 19, 2024
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In vista di eventuali ampliamenti, Lega navale e Fraglia lanciano un appello al Comune. Il settore motonautico insorge: «Inquinare noi? Accusa infondata»

Porti pubblici solo per le vele

Riservare l’eventuale ampliamento dei porti pubblici di Desenzano e Rivoltella alle barche a vela ed ai natanti a motore con un limite di 40 cavalli. È questa la proposta lanciata dalla Lega navale italiana e Fraglia Vela di Desenzano al sindaco Fiorenzo Pienazza e all’assessore all’Ecologia Mauro Guerra. Del resto, osservano gli alleati, «il futuro del Garda è proprio la vela». L’occasione per rilanciare questo tipo di navigazione e l’appello a «compiere scelte coraggiose in difesa dell’ambiente del lago di Garda» giunge all’indomani del dibattito svoltosi la settimana scorsa nella sede del circolo nautico desenzanese. L’idea, però, non piace assolutamente ai rappresentanti della cantieristica gardesana che, per voce di Curzio Moretti e Roberta Bisoli (delegata dell’Automobil club tedesco, Adac, per il Garda) respingono in toto le affermazioni della Lega navale e dei velisti, sottolineando come le stesse «siano frutto della solita campagna di disinformazione che giunge in piena stagione turistica». Insomma, non mancano gli ingredienti di una polemica che ormai da trent’anni accompagna puntualmente l’arrivo dell’estate sul più grande lago italiano. Nella loro lettera trasmessa ai vertici dell’Amministrazione comunale, i presidenti della Lega navale Daniele Manzini e della Fraglia Gigi Cabrini osservano che «il turismo del diporto nautico, pur essendo una parte del sistema turistico, deve essere messo in condizione di fare la sua parte nel rispetto dell’ambiente». «I porti pubblici non devono essere considerati al pari di un parcheggio, ma devono essere dei fornitori di servizi – continuano Manzini e Cabrini – e a disposizione di chi in giro sul lago ci va dodici mesi all’anno. E ci va con barche a vela e piccoli natanti, perché la ridotta velocità fa sentire meno il freddo nei mesi autunnali». I due presidenti si chiedono, infine, «fino a quando il Garda sarà in grado di reggere un incremento continuo e costante della navigazione a motore?». Ce n’è abbbastanza per scatenare una polemica ravvicinata con il settore motonautico, che ha una lunga tradizione alle spalle e garantisce migliaia di posti di lavoro. Ma gli operatori si difendono e respingono in toto le affermazioni di Lega navale e Fraglia vela.«I motori grossi inquinano? E’ un’accusa vecchia di 30 anni priva di fondamento. Ogni estate – attacca Curzio Moretti, titolare dell’omonimo cantiere e scuola nautica – ci risiamo con attacchi gratuiti del tutto privi di fondamento. I motori fb sono tutti a 4 tempi e non sono inquinanti. Lega navale e Fraglia ci dimostrino che il Garda è stato danneggiato dai motori marini, poi ne riparliamo». Meno tenera è sicuramente Roberta Bisoli, delegata Adac e anche lei titolare di un cantiere nautico, che spiega: «Si tratta di un approccio sbagliato alla questione – afferma Roberta Bisoli -, anzitutto un porto pubblico deve essere aperto a tutti i natanti e non solo a quelli a vela. Poi, chi naviga con un natante fb da 40 cv. per il quale non occorre patente, è spesso il diportista più sprovveduto e pericoloso perché non conosce la normativa. «E’ tempo che ambientalisti e Lega navale la smettano di fare crociate a favore della vela – continua Bisoli – quando è stato dimostrato da ricerche scientifiche e dibattiti che la nautica a motore è fuori discussione dalle critiche di inquinamento».

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