giovedì, Aprile 25, 2024
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Desenzano senza film: chiuso il teatro Alberti dopo lo sfratto al gestore

Proiezioni sospese nella sala cinematografica

Il cinema teatro «Alberti» chiude i battenti per qualche tempo, fintanto che non si troverà un nuovo gestore. L’unica sala cinematografica di Desenzano è infatti tornata in possesso della proprietà, la famiglia Bergamaschi, dopo un lungo braccio di ferro con l’inquilino-gestore, culminato con lo sfratto esecutivo. Sfratto eseguito l’altro giorno, alla presenza dell’ufficiale giudiziario e della forza pubblica, ma senza quel clamore che spesso accompagna l’esecuzione di uno sfratto. Infatti, l’inquilino con la sua famiglia aveva già lasciato i locali il giorno prima, rendendo così tutto più facile. Resta però l’incognita sul futuro di questo locale, un tempo salito alla ribalta per la presenza di compagnie teatrali e di attori di grande talento. L’estate scorsa, poi, il colpo ad effetto. Dopo un batti e ribatti con il Comune, Patrizia Bergamaschi, proprietaria assieme alla madre dell’immobile, veniva contattata dall’Istituto Islamico di Milano, interessato ad acquistare la sala per adibirla a centro culturale e moschea islamica. Le reazioni si scatenarono più per una presa di posizione della Lega nord che di quella della comunità cattolica. Al nostro giornale il parroco del Duomo di Desenzano ebbe infatti a dichiarare che per la comunità parrocchiale non ci sarebbe stato alcun problema se fosse sbarcato l’Islam a Desenzano. Critiche a questa possibile scelta vennero anche da altre formazioni politiche, come Alleanza nazionale, ma senza eccessive polemiche come invece accaduto a Lodi. Quanto alla proposta dell’Istituto Islamico, per stessa ammissione della signora Bergamaschi, al momento resta tutto congelato. Piuttosto, la proprietaria sarebbe ben lieta di trovare un nuovo gestore in grado di rilanciare l’unica sala cinematografica della «capitale» del basso Garda. Occorrono, tuttavia, alcuni miliardi per risistemare l’immobile e dotarlo degli impianti di sicurezza prescritti dalle norme. E’ proprio questo il nodo cruciale dell’intera vicenda, in cui il Comune, coinvolto inizialmente dalla stessa proprietà alla ricerca di sostegni finanziari per rilanciare il teatro, si è tirato fuori dalla partita. Per tutta una serie di motivi, alcuni dei quali anche legittimi: come quello di giustificare i miliardi necessari per gli interventi strutturali. Purtroppo, ora si rischia una lunga stagione invernale senza cinema a Desenzano, considerato che l’altra sala, il «Garibaldi», è malinconicamente chiusa da oltre un decennio e oggi ridotta ad un mucchio di detriti e terra nell’atrio. Il progetto di ristrutturazione stagna nei cassetti comunali da diversi anni, senza che che ne venga fuori uno straccio di autorizzazione ai lavori.

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