venerdì, Marzo 29, 2024
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Il Comune della Valtenesi mette un freno all’espansione edilizia legata alle seconde case. Edificati 110 mila metri cubi in un decennio, poi lo stop

Puegnago ha un’anima verde

È il paese che negli ultimi anni è più frequentemente finito nel mirino degli ambientalisti come esempio di un territorio gardesano compromesso da eccessivi interventi edilizi a tenore speculatorio: eppure non vi sono dubbi sul fatto che Puegnago sia uno dei comuni meno sfruttati della Valtenesi dal punto di vista urbanistico. E l’amministrazione di Gianfranco Comincioli, molto attaccata dall’inizio del suo mandato a metà del 1999, dichiara di aver rilasciato fino ad oggi non più di una trentina di concessioni, perlopiù unità residenziali, molte delle quali previste dal Piano regolatore generale approvato dalla precedente amministrazione. «C’è solo una lottizzazione di circa 15 appartamenti in itinere – conferma il sindaco – Oltre ad un paio di lottizzazioni decise prima della nostra elezione nel Piano regolatore approvato a settembre del ’99: una prevede un insediamento da 18 mila metri cubi a Castello, sulla quale stiamo ancora discutendo. Poi c’è il piano particolareggiato del Conio, circa 40 mila metri cubi: per il momento se ne realizzeranno la metà». A conferma dell’intenzione di evitare il più possibile nuove colate di cemento su un territorio tra i più belli del bacino gardesano. Quelli di Puegnago sono numeri più ridotti rispetto alla crescita che ha caratterizzato altri comuni del comparto. Ed anche allargando il campo d’indagine all’ultimo decennio si scopre che Puegnago ha conosciuto uno sviluppo tutto sommato contenuto: secondo l’ufficio tecnico comunale, sul territorio puegnaghese, nel periodo compreso tra l’87 e il ’97, sono arrivati circa 85 mila metri cubi di nuove residenze (in parte anche ristrutturazioni ed ampliamenti), cui vanno aggiunti 11mila metri quadrati di interventi nell’area commerciale-produttiva e, soprattutto, i 21 mila metri cubi della discussa residenza di Borgo Alto. Considerato che dal 1990 al 2000 i residenti di Puegnago sono cresciuti di circa 700 unità (2734 a fine 2000), se ne conviene che l’industria della seconda casa qui non ha trovato un terreno esattamente favorevole. «Se parliamo di seconde case, credo che negli ultimi anni l’unico intervento compiuto in questo senso sia stato quello di Borgo Alto – dice il sindaco – Non più di un centinaio di appartamenti quindi, che portano la percentuale di seconde case presenti sul nostro territorio ad una quota non superiore all’8 per cento». Ma allora perchè tante critiche, tante battaglie anche aspre, che hanno portato Puegnago addirittura sulle pagine di un noto magazine nazionale d’area cattolica? Il sindaco allarga le braccia e rilancia a sorpresa, esprimendo il suo pieno appoggio ad un’idea ambiziosa: la costituzione di un Parco della Valtenesi. «L’ho sostenuto anche davanti al presidente regionale di Legambiente, al quale sto cercando di far capire quali siano le nostre vere intenzioni – spiega Comincioli – Sono convinto che il Parco potrebbe essere l’unico modo per cominciare seriamente a pensare alla salvaguardia dell’intero territorio valtenesino». Un territorio che, a Puegnago, può ancora contare su un’intensa attività agricola, testimoniata dalla presenza di oltre 130 aziende e da un patrimonio di circa 40 m ila piante di olivo che pone il paese ai vertici della classifica lombarda, insieme a Maderno e a San Felice del Benaco. «A Puegnago si è costruito in modo assennato e senza scempio, nonostante alcune situazioni siano degenerate e nonostante una programmazione che in alcuni casi ha dovuto tener conto di situazioni contingenti, che ha portato ad uno sviluppo non molto razionale come quello che caratterizza l’area della Statale. Ma il paese è integro dal punto di vista ambientale ed agricolo, ed ha ancora grosse potenzialità da sviluppare». E per il futuro? L’amministrazione Comincioli ha in serbo una variante per la fine del 2002 della quale il sindaco preannuncia i contenuti: massimo rispetto per la zona collinare, per l’area pedecollinare, per la valenza agricola e paesaggistica, e interventi edilizi solo a completamento dei nuclei già esistenti e a ridosso delle frazioni. «No, non abbiamo in previsione un grande sviluppo: prevediamo solo una crescita quanto più possibile assorbibile da una comunità che forse in passato ha sofferto qualche scompenso sociale a fronte di nuove realizzazioni. La nostra realtà è un’altra: Puegnago è un paese che ha salvato il suo territorio grazie all’assenza di grosse ambizioni speculative da parte delle nostre famiglie. Se l’agricoltura qui è ancora un’attività vitale – conclude Comincioli – è perchè la gente ha continuato ad andare nei campi a lavorare, credendo nel territorio e nei nostri prodotti Ed il resto sono solo chiacchiere».

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