Aria di primavera e di rinnovo per parco Catullo: in questi giorni, infatti, gli operai hanno potato e, in alcuni casi, abbattuto gli alberi di quello che viene considerato il giardino pubblico del paese. «Stiamo portando avanti il progetto di riqualificazione dell’intero parco», spiega Eva Di Lorenzo, consigliere delegato ai Beni culturali. «È già stato ultimato un primo intervento, con il quale sono state posizionate, sotto al vialetto pedonale, le tubazioni per la separazione delle acque nere e di quelle bianche». «Per quanto riguarda gli alberi, invece, alcuni saranno potati mentre quelli secchi, o inclinati al punto da non garantire più una sufficiente stabilità, verranno abbattuti. In questo ultimo caso, le piante eliminate saranno sostituite con altre latifoglie, in armonia con gli altri alberi di questo parco». La riqualificazione sarà completata dalla realizzazione dell’impianto di irrigazione, di quello di illuminazione e dalla pavimentazione definitiva del vialetto, realizzata con materiali approvati anche dalla Soprintendenza. Ma parco Catullo non è l’unica zona oggetto di interventi: infatti sono stati eliminati anche gli arbusti che fiancheggiavano i tre platani secolari del padiglione ufficiali, di fronte al parco. «Dopo il crollo, avvenuto improvvisamente alcuni mesi fa, di una delle piante messe a dimora negli anni della fortezza austriaca, abbiamo chiesto una perizia statica. L’esito ha portato alla decisione di potare anche questi platani, in modo da impedire l’effetto “vela” e il rischio di ulteriori cedimenti. Un pericolo», continua la Di Lorenzo, «che sussiste comunque, vista la loro età, e che li mette a rischio». Nella stessa area sarà eliminato il sentiero di asfalto. «L’asfalto è completamente sollevato dalle radici», prosegue Di Lorenzo. «Metteremo del prato, in modo da evitare completamente il passaggio lì sotto». Unica nota dolente di quell’area, il ripristino della ringhiera sul canale di mezzo, anch’essa distrutta dalla caduta del platano. «Abbiamo ripetutamente sollecitato, e continuiamo a farlo, l’agenzia del demanio, perché spetta a lei appaltare direttamente i lavori di ripristino. Sta di fatto», sottolinea il consigliere, «che non si sa ancora nulla di certo, e noi conviviamo con il rischio quotidiano che qualcuno posa farsi male».