venerdì, Marzo 29, 2024
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Approvato dal Consiglio comunale il piano attuativo che sblocca l’annosa vicenda

Punta Grò diventeràun parco in riva al lago

Sul nuovo parco di Punta Grò, l’ultima zona del basso Garda di grande pregio naturalistico rimasta intatta con una superficie di 42 mila mq, di cui 27 mila di proprietà privata, 7.600 del Comune ed altri 6.700 demaniali, al confine tra Sirmione e Peschiera, è arrivato ora l’imprimatur definitivo del consiglio comunale con l’approvazione del piano integrato di intervento. In sostanza, buona parte dell’area diventerà parco naturalistico.[FIRMA]DOPO L’ESAME delle osservazioni che, nel frattempo, erano state depositate da associazioni e privati cittadini il voto è stato a larga maggioranza: 11 favorevoli, 2 contrari (Donatella Garlaschi ed Emilio Pellicciotti) e uno astenuto (Luca Azzoni). Tra quanti hanno votato sì, oltre alla maggioranza, ci sono anche Massimo Wilde, Lega Nord, e Mario Visconti, Pd.Nel suo intervento, Visconti ha spiegato le ragioni del voto favorevole perché «l’incremento di appena 1500 metri cubi concesso alla proprietà dell’albergo, che verrà realizzato nell’area, è da ritenersi ininfluente rispetto ai 14 mila mc che, negli anni Novanta, erano stati inclusi nel piano regolatore varato dall’allora giunta poi ampiamente ridimensionato dalla Regione».E ancora, lo stesso capogruppo del Pd ha ricordato un paradosso. «In quella stagione, nonostante il notevole aumento di cubatura concesso non ci furono assemblee di protesta, né tanto meno osservazioni da parte di associazioni o cittadini: è inspiegabile – ha concluso Visconti – come oggi, per concedere una minima parte di volumetria, si siano perfino raccolte le firme». Per Donatella Garlaschi, invece, il piano «autorizza di fatto un aumento di cemento in una zona altamente delicata con una contropartita irrisoria».PER SALVAGUARDARE Punta Grò, come ha detto l’assessore all’urbanistica, Pierluigi Bianchi, «si è voluto scegliere lo strumento urbanistico del piano integrato perché c’erano tutti i presupposti per ottenere un risultato di riqualificazione». La vicenda risale al 1981 quando venne costruito nella zona un edificio destinato ad albergo, mai però ultimato. L’area, nel frattempo, è rimasta incolta e in stato di sostanziale abbandono, il che, però, nulla toglie alla sua importanza paesaggistica e naturalistica, come rara testimonianza «vivente» del tipico ambiente del basso Garda .Ora, anche se a distanza di un quarto di secolo, Punta Grò potrà ritornare alla sua bellezza originaria con percorsi naturalistici, rigorose limitazioni e un aumento di volume dell’albergo la cui «ossatura», ripetiamo, è già esistente.Ultimo dettaglio, non secondario: Il Comune incasserà 400 mila euro e 19.200 metri quadri di area dall’accordo con i privati.

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