sabato, Aprile 20, 2024
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Quarant’anni fa il Vajont: un libro racconta la morte di 2mila persone

«Vajont senza fine», è il titolo del libro che esce in questi giorni in libreria, ma è anche l’argomento scelto dall’Associazione Amici della Fondazione Ugo da Como per incontrare l’autore, il giornalista Mario Passi, l’8 ottobre alle 17.30 nella sala Celesti del palazzo municipale di Lonato. Una data non casuale. Infatti il 9 ottobre di 40, 1963, anni fa alle 22.39, la frana del monte Toc provocò un’onda alta 300 metri, che scavalcò letteralmente la diga del Vajont e in soli quattro minuti si abbattè su Longarone e altri quattro paesi. Fu un immane disastro. Alla fine si conteranno 1910 morti. Con il patrocinio dell’amministrazione comunale lonatese nasce questa iniziativa non solo di commemorazione (la più importante sarà a Pordenone, sui luoghi luttuosi, con lo stesso capo dello Stato), ma soprattutto di riflessione civile. Mario Passi all’epoca dei fatti era inviato speciale del quotidiano L’Unità e quindi testimone prezioso e diretto degli avvenimenti. Il libro è già stato pubblicato una prima volta nel 1968. Ora, ritorna con l’aggiunta del tormentato capitolo degli atti processuali, quello delle responsabilità. All’incontro lonatese saranno presenti come relatori anche la professoressa Gigliola Ogliani e il professor Giulio Obici. L’attore Marco Artuso cercherà di dare emozione all’evento leggendo anche alcuni dei passi più toccanti che rievocano la sciagura. Artuso è collaboratore di Marco Paolini che sull’intera vicenda ha messo in piedi uno spettacolo teatrale sotto forma di monologo approdato di recente anche in televisione. Nel 1997 il Tribunale di Belluno ha sancito in 77 miliardi il risarcimento al paese di Longarone, che venne raso al suolo dall’onda. Un paradosso fra i tanti che si celano fra le pieghe di questa storia: la montagna franata si chiama Toc, che in dialetto vuol dire marcio. Nonostante il nome che avrebbe dovuto metterli in guardia, tecnici e politici non ci badarono. La notte del 9 ottobre 1963 un pezzo di montagna lungo 2 chilometri e mezzo scivolò nell’invaso del Vaiont. Siamo nel 2003 e delle 1910 vittime ce ne sono ancora 400 «dimenticate», per le quali non è stato pagato alcun risarcimento. «Confidiamo in un’ampia partecipazione di gente – spera la signora Irmingard Febrmann, presidente dell’Associazione Amici della Fondazione Ugo da Como – visto anche l’impegno organizzativo con cui stiamo preparando l’incontro con l’autore del libro. Purtroppo l’8 ottobre la sala Celesti era già impegnata per una serata culturale sull’arte e abbiamo dovuto così programmare l’evento al pomeriggio». Mario Passi è anche direttore responsabile dei «Quaderni» della Fondazione Ugo da Como.

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