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Non è stata certo una sorpresa la nomina a cardinale dell'arcivescovo monsignor Giovan Battista Re

Quel figliolo prediletto del Papa

Non è stata certo una sorpresa la nomina a cardinale dell’arcivescovo monsignor Giovan Battista Re, titolare di Vescovìo Forum Novum pr. Lazio, fino a qualche mese fa insostituibile Sostituto alla Segreteria di Stato della Città del Vaticano, e ora prefetto della Congregatio pro Episcopus, ovvero la Congregazione per i Vescovi. Nomina a porporato che Giovanni Paolo II ha annunciato domenica scorsa dalla finestra del suo studio privato, prima della recita dell’Angelus. Non ha certo sorpreso nessuno che il primo nome a assere pronunciato fosse proprio quello di Monsignor Re, bresciano, che il 19 luglio del 1998 riuscì addirittura a portare nella sua casa di campagna a Borno in Vallecamonica uno stremato pontefice! Gli studiosi di semiologia hanno naturalmente interpretato l’episodio come una suprema investitura. Come non abbinare, infatti, questo gesto a quello compiuto da Paolo VI quando, in visita a Venezia, si tolse la stola e la fece indossare all’allora patriarca Albino Luciani, eletto vescovo di Roma e dunque Papa alla morte di papa Montini? Particolare curioso. Il primo nome di porporato che Giovanni XXIII pronunciò nel suo primo concistoro nel gennaio del 1959 fu quello di Giovanni Battista Montini, ex Segretario di Stato e pure lui bresciano. Montini gli successe poi sulla cattedra di Pietro. Che Karol Wojtyla abbia per il neo porporato una particolare predilezione è fatto noto. Basta leggere l’Osservatore Romano e annotare quante volte alla settimana il pontefice lo riceve in udienza. L’incarico poi che gli ha affidato è sicuramente, dopo quello del Segretario di Stato, il più prestigioso. La Congregazione dei Vescovi, un antico dicastero istituito da Sisto V il 22 gennaio del 1588 con la Costituzione «Immensa», è stata nei secoli riformata. L’ultima riforma porta la data del 28 giugno del 1988 quando, con la Costituzione Apostolica «Pastor Bonus», l’attuale pontefice nè definì le competenze. Competenze che vanno dalla costituzione, divisione, unificazione, soppressione e cambiamenti vari delle Chiese e degli Ordinariati Castrensi. Non solo ma provvede a tutto quanto concerne la nomina dei vescovi, indice le (temibili) visite apostoliche e predispone le visite «ad limina apostolorum», ovvero esamina tutti i documenti delle diocesi prima della visita al Papa dei vescovi. Un potere immenso, secondo solo al Papa. Particolare curioso. Di questa congregazione Giovan Battista Re fu dal 1987 al 1989 segretario. Ora il 21 gennaio prossimo i neo porporati si recheranno nell’aula Paolo VI in Vaticano per ricevere la berretta color porpora dalle mani del pontefice. A ogni neoeletto verrà anche affidatala titolarità di una chiesa romana. Saranno considerati Principi del sangue, con i titolo di Eminenza. Monsignor Re potrà così entrare a pieno titolo nel futuro conclave. Con quale ruolo? Sicuramente con quello di grande elettore. Per il resto meglio stare zitti. Perché quasi sempre chi entra Papa in conclave ne esce poi cardinale. di Giacomo Danesi

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