venerdì, Aprile 19, 2024
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Sono rientrati dalle zone alluvionate del Piemonte gli uomini della Protezione civile con tanti teneri episodi. «L’abbiamo strappata dall’acqua e rifocillata con una tazza di latte»

«Quella bimba ci ha dato coraggio»

Sono appena rientrati da Ivrea gli uomini della Protezione civile della sezione basso lago dell’Associazione nazionale alpini, e nei loro occhi e nel loro racconto c’è tutta la disperazione trovata ma anche la speranza che hanno saputo trasmettere alle popolazioni piemontesi colpite dalla tracimazione del Po. Una bimba di soli dieci giorni trasportata sulla terra ferma insieme alla giovane e terrorizzata mamma; gli anziani convinti a fatica a lasciare le loro case e, quando non ci si riusciva, rifocillati con periodici viaggi per portare anche solo un panino o del latte caldo da bere: la vita che vede cambiare in un attimo i suoi valori, e le cose più semplici e realmente essenziali tornano ad essere quelle più importanti. «Sono solo alcuni episodi dei tanti, tantissimi che ti restano impressi e che non scorderai per tutta la vita» racconta Enrico Fasoli, responsabile del gruppo degli otto uomini del basso lago inviati insieme ai colleghi di Verona. «Siamo stati i primi ad arrivare e oltretutto non da casa ma da Pol, una frazione di Pastrengo, dove eravamo impegnati da venerdì mattina della scorsa settimana: ci aveva allertato il sindaco perché era tracimato l’Adige e noi stavamo lavorando per arginare e liberare le case dall’acqua; siamo rimasti sul posto sino a domenica per il monitoraggio e verso le quattro e mezza del pomeriggio è arrivato l’allarme dal Piemonte e siamo subito partiti». Trentuno uomini, anzi, alpini e la cosa fa molta differenza.

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