Voluta nel ’700 dal colonnello Nicolini, è stata di recente restaurata
Quella chiesetta, l’orgoglio del paese
La piccola chiesetta di Pratello è testimonianza della solidarietà tra i residenti della contrada. Su un testamento del 1705 redatto dal colonnello Luigi Nicolini, si legge: «?di tutti i miei beni mobili ed immobili mio erede universale costituisco e voglio che sii il molto Reverendo Don Vincenzo Dusina con l’obbligo al medesimo di fabbricare una chiesetta poco lontana dalla mia casa in Pratello, dedicata all’onore della beatissima Vergine Maria della Visitazione, di cui tengo in casa la Pala?». I lavori della chiesetta iniziarono nel 1720, solo dopo che fu recuperato lo spazio necessario all’edificazione mediante l’acquisto dell’orto vicino alla casa del colonnello, al tempo di proprietà dei fratelli Vincenzo e Giovan Battista Dusi. La tradizione popolare vuole che costoro, pur di contribuire a dare una chiesa alla contrada, decisero di vendere il loro orto a un prezzo di molto inferiore rispetto al suo reale valore. In seguito alla conclusione dei lavori di edificazione, avvenuta due anni più tardi, sorse un grave problema: la vedova del colonnello si rifiutò di donare la Pala rappresentante l’immagine di Maria se non avesse avuto la possibilità di disporre delle chiavi della chiesa. Fortunatamente il problema fu facilmente risolto quando nel maggio del 1722 i capi-famiglia di Pratello deliberarono di affidare al pittore Antonio Paglia la realizzazione di un dipinto con lo stesso soggetto sacro. Alcuni documenti riferiscono che l’opera fu pagata 30 scudi, raccolti grazie alla generosità di tutta la comunità della piccola contrada. L’edificio, dedicato alla Visitazione della Beata Vergine Maria e a Sant’Eurosia, all’interno presenta un’aula unica con volto a botte e all’esterno una facciata impreziosita da un coronamento a timpano e da pregevoli cornici in pietra, disposte sul portale e sulla finestra soprastante. Nel complesso molto semplice, l’edificio ha recentemente subito un restauro commissionato personalmente dagli abitanti della frazione, affezionati e orgogliosi della loro piccola chiesa. Oltre alla pala del Paglia, l’edificio conserva un’icona del XVI secolo dipinta su legno che rappresenta un bell’esempio d’arte sacra di influenza bizantina.
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