martedì, Aprile 16, 2024
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L'ottocentesco baluardo austroungarico è ormai diventato una struttura culturale di prim'ordine

Riconquistare il forte? Detto e fatto

Nell’albo d’oro all’ingresso abbondano i “bellissimo” ed i “Wunderbar”. Ne può essere soddisfatto l’architetto Feltre. Per il “suo” Forte fioccano numerose le approvazioni per un restauro solo all’apparenza facile. Altrettanto fieri possono essere gli amministratori, passati e presenti, che quella fortificazione ottocentesca hanno voluto dapprima acquisire e poi rimettere in sesto.E non è che l’inizio. Pochi ancora l’hanno visitato, tutti però lo possono già ammirare la sera dal basso quando i fari ne mettono in risalto le forme. D’altra parte il Forte austriaco di Nago ufficialmente ancora non è aperto. Che lo hanno potuto vedere, guidati dagli operatori dell’Ecostudio, ci sono stati tuttavia già 400 ragazzi delle medie. Ma l’occasione per una sbirciatina è stata offerta anche da alcune mostre allestite ad agosto (quella di Torbole jazz è tuttora visitabile) e francamente, confrontate all’austera bellezza del Forte, queste passano in secondo piano. «Si rischia insomma che l’interesse per il contenitore sia molto maggiore del contenuto»: dice l’assessore alla cultura Pompermaier. Per finirlo dal tutto mancano alcune rifiniture. Tutt’altro che marginali, in ogni caso. Per prima cosa le luci, spiega l’architetto: faretti mobili su cavetti d’acciaio che illumineranno le volte in mattoncini cotti del primo piano, quello destinato agli spazi espositivi e culturali in genere. Tutti lavori che fanno parte del progetto iniziale. Poi ci si dedicherà all’esterno. Per questo sono stati stanziati altri 130 milioni. C’è, infatti, da recuperare l’antica scala di collegamento con il Forte sottostante. Dopo anni di incuria è tutt’interrata e sommersa di immondizie. E c’è – ci si è accorti – da proteggere dai bikers (sempre onnipresenti) il lastricato esterno che porta al portone d’ingresso. Già sono state notate, infatti, delle strisciate nere sulle pietre gialle, lasciate dalle frenate. Naturalmente restano ancora da risolvere i problemi connessi alla gestione, e al miglior utilizzo delle sale. Ma anche su entrambi questi aspetti sembrano che si stiano delineando idee ben precise.

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