giovedì, Aprile 18, 2024
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Il gruppo Gasv ha presentato un progetto di recupero della cavità dei Bruschi, chiedendo soltanto 3.600 euro per le spese

Rifiuti e acque di fogna. La grotta è una discarica

Arriva dal profondo di una grotta l’allarme per l’inquinamento falde; quelle che si snodano tra il cuore del Baldo e le rive dell’alto lago di Garda. A lanciarlo sono i volontari del Gruppo attività speleologica veronese di Verona (Gasv) che hanno depositato in Provincia un «Progetto interventi di restauro’della grotta-ghiacciaia dei Bruschi», che si apre a Prada, nel Comune di Brenzone, e il cui inghiottitoio si trova nel giardino del condominio «Prada-Residence».«Restauro» vale come eufemismo, visto che, prima, i volontari puntano a eliminare «il degrado» che li ha lasciati basiti quando vi si sono calati. L’obiettivo finale è di «utilizzare la grotta Bruschi a fini di studio naturalistico e storico, a valorizzarla rendendola visitabile e apprezzata come bene ambientale».L’anfratto è caratterizzato da due pozzi contigui e da un breve tratto di galleria. Il muro di cinta del giardino scavalca l’accesso al pozzo principale, profondo 15 metri, dove si scende tramite una scala in muratura a secco, quanto resta di una grande scalinata in parte crollata. In passato la base della grotta era infatti usata come vano refrigerato e ghiacciaia. «Oggi una parte della cavità è stata trasformata in una discarica per materiale pesante, l’altra è resa impraticabile per un forte odore che emana da alcune perdite fognarie provenienti dalla parte inferiore di una piccola cabina, in cemento e mattoni, che si trova sull’orlo del pozzo», spiega David Hosking, volontario del Gasv, geologo.«Il problema grave è quello degli scarichi fognari e potremo affrontarlo solo con la collaborazione dell’amministrazione comunale e dei responsabili condominiali», precisa. «Le perdite che vanno a finire nella cavità, dove sono visibili sulle pareti rocciose, finiscono probabilmente nelle falde acquifere per giungere fino al lago, nei pressi di Castelletto di Brenzone».Da tempo quelli del Gasv sono impegnati sul fronte grotte: «Ma mai abbiamo visto nulla di simile», commenta Hosking, ricordando come da alcuni anni, «per motivi ecologici e sportivi», il gruppo si stia occupando della pulizia e del ripristino della cavità carsiche del Baldo. Precisa il presidente Roberto Accordi: «Siamo intervenuti a La Tanella di Torri, alla Grotta Cervi di San Zeno di Montagna, alla Risorgenza San Zeno e a Le Fasse di Brenzone». Ora che hanno in pratica ripulito e disostruito tutti i «buchi» del Baldo, resta fuori soltanto la Bruschi. I volontari, che ultimamente vi sono entrati più volte, anche per redigere un progetto dettagliato mirato ad ottenere i contributi provinciali per l’intervento, denunciando così pubblicamente il fatto, spiegano che il lavoro si farebbe in tre fasi.Prima si dovranno togliere i rifiuti, anche ingombranti, accumulatisi negli anni: «La grotta è stata usata come una discarica domestica», dice Alfonsina Cuccato del Gasv. «Vi sono stati gettati reti di letti, tubi, contenitori di plastica e latta, bottiglie, persino elettrodomestici e mobili. Proponiamo di ripulirla sperando nella collaborazione del Comune per il successivo trasporto dei rifiuti». Poi, progetto alla mano, «Si dovrà sistemare l’impianto fognario del condominio e, ancora una volta, sarà necessaria la collaborazione dell’amministrazione locale e delle autorità condominiali».A quel punto gli speleologi sono pronti a sistemare anche la scalinata d’accesso: «Ci piacerebbe riportarla al suo aspetto originario, anche per il valore storico che riveste quale testimonianza di un attività legata alla produzione del ghiaccio, tipica della montagna veronese», dice Hosking. «Al termine», chiude Accordi «sarà indispensabile realizzare e porre un cancello a chiusura dell’imbocco per ovvi motivi di sicurezza».A conti fatti il Gasv chiede adesso alla Provincia un contributo spese per un totale di 3.600 euro. Trecento per eliminare le strutture e le tubature fognarie, 900 per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti domestici, 2.000 per il restauro della scalinata e 400 per il cancello. Consegna «chiavi in mano».

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