venerdì, Aprile 19, 2024
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Lo ha ripristinato sul monte Spino la Direzione agricoltura della Regione, avvalendosi delle competenze dell’Azienda regionale delle foreste di Gargnano.

Rinato, dopo mezzo secolo di inattività, l’Osservatorio Ornitologico

È rinato a nuova vita, dopo mezzo secolo di inattività, l’Osservatorio ornitologico del Garda. Lo ha ripristinato sul monte Spino la Direzione agricoltura della Regione, avvalendosi delle competenze dell’Azienda regionale delle foreste di Gargnano. È tornata a funzionare l’antica stazione di inanellamento degli uccelli da passo che verranno contrassegnati e liberati, affinché possano essere individuati nei loro spostamenti attraverso gli spazi infiniti delle migrazioni. L’Università di Milano-Bicocca fornisce la consulenza scientifica con una costante presenza e l’Istituto nazionale fauna selvatica di Bologna ne coordina l’attività come punto di riferimento per tutti gli osservatori ornitologici italiani. La singolare ricerca, ideata e messa in atto per la prima volta in Europa nella cittadina danese di Viborg dall’ornitologo Mortensen, risale al 1899. In pochi anni, nuovi osservatori e centri di inanellamento ne seguirono l’esempio distribuendosi in varie Nazioni europee e anche sul Garda sorse per desiderio e passione del salodiano dott. Antonio Duse, al passo dello Spino nell’omonima malga, oggi ristrutturata dalla Regione. Era il 15 agosto del 1929 quando il dott. Duse insegnò ad inanellare il primo uccello catturato dal nipote, allora quattordicenne, Vittorio Pirlo. Antonio Duse è fra i personaggi più interessanti ed illustri della società gardesana del primo ’900: primario dell’ospedale di Salò, fu medico personale di D’Annunzio. Dedicando il tempo libero all’uccellagione senza trascurare iniziative culturali di rilievo come autore dei libri «La migrazione degli uccelli» e «Avifauna benacense», infine, come fondatore dell’Osservatorio del Garda. «È per omaggio alla sua lungimiranza e alla sua decisione di proseguire l’esperienza del danese Mortensen che la Regione intitolerà l’Osservatorio dello Spino al dott. Antonio Duse», dice il dott. Vittorio Vigorita della Direzione agricoltura, promotore della ripresa degli studi sulle migrazioni dei volatili, il quale, nei giorni scorsi, è tornato allo Spino per approfondire e curare gli ultimi dettagli. Lo hanno accompagnato il dott. Enrico Boscaini, cui è affidata la responsabilità del demanio dell’Azienda, il dott. Lorenzo Fornasari responsabile scientifico della ricerca per conto dell’Università ed il dott. Vittorio Pirlo, presidente dell’Ateneo di Salò e scrigno della memoria del trascorso lavoro ornitologico svoltosi lassù per lunghi anni. Si accede all’osservatorio dall’abitato di Gaino attraverso una mulattiera che segue la valle delle Camerate. Il dott. Pirlo ha consegnato all’équipe regionale una quindicina di registri sui quali, a suo tempo, furono annotati tutti gli uccelli osservati nei 30 anni di attività di Duse. Nella giornata trascorsa allo Spino la scorsa settimana sono stati catturati ed inanellati 9 lucherini ed un luì. Ad essi è stato applicato un anellino d’alluminio con la scritta «Infs Ozzano.Bo.Italy» seguita da una lettera e da un numero di riconoscimento. La sigla sta per «Istituto nazionale fauna selvatica» che ha sede a Ozzano di Bologna. Prima del rilascio si è proceduto alla schedatura, riportando su un registro la specie, il sesso, l’età (desunta dallo stato di avanzamento della mutazione delle remiganti), la misura dell’ala, la lunghezza della coda, del tarso e del becco, quindi il peso e la dotazione di grasso. Sulla gola dello Spino, seguendo i suggerimenti dell’ornitologo locale Alessandro Micheli del «Coordinamento faunistico benacense», è stata tesa una rete di 12 metri per 3,60 che stazionerà fino all’inverno prossimo sorvegliata dal personale universitario. La rete, collocata sulla «passata» dell’antico roccolo, è una trappola invisibile ai volatili stremati dalla fatica che desiderano scavalcare il passo per librarsi già sul versante opposto e concedersi un po’ di riposo. È in corso la migrazione primaverile che riporta gli uccelli ai luoghi di provenienza per nidificare. «Abbiamo ripreso intensamente questo lavoro – ha concluso Vigorita – a distanza di 70 anni dall’istituzione di Duse portandoci al primo posto in Lombardia con il 30% di tutti gli inanellamenti italiani. È nostro intendimento predisporre nei locali ristrutturati dalla Regione un museo ornitologico ed un centro didattico per scolaresche e turisti».

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