venerdì, Aprile 19, 2024
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L’Anas accetta la proposta della Soprintendenza che prevede anche un cavalcavia per la strada provinciale

Riprendono i lavori della tangenziale

Le rovine delle antiche mura del Serraglio torneranno sotto terra e la strada provinciale proveniente da Villafranca verrà innalzata per scavalcare la circonvallazione in costruzione e per salvaguardare le stesse rovine. Questa la soluzione proposta dalla Soprintendenza che l’Anas ha dovuto accettare; se invece l’Ente nazionale strade avesse voluto portare avanti la linea appoggiata dall’amministrazione comunale (lo sfondamento delle mura per portare alla luce una ottantina di metri del Serraglio a fianco del ritrovamento attuale) c’era il rischio di star fermi anni per superare le obiezioni dei Beni ambientali. Così non sarà: l’Anas ha recepito i suggerimenti della Soprintendenza, ha fatto un progetto che ha mandato alla Giunta che adesso dovrà decidere. «Ma abbiamo già discusso insieme», fa sapere il sindaco, «e siamo d’accordo. Il progetto tornerà alla Soprintendenza che darà il suo parere ufficale e l’Anas riprenderà i lavori. Quando? spero nel più breve tempo possibile. I resti del Serraglio sono stati trovati a una quota più bassa del previsto quindi, non potendo fare un buco nei resti avevamo due alternative: abbassare ancora la circonvallazione o farla passare sopra i ruderi e, conseguentemente, alzare la strada che va a Villafranca di 3,50 metri». «Alla fine», prosegue Ivo Mazzi, il responsabile dell’ufficio tecnico comunale che ha seguito passo passo la vicenda assieme al sindaco Fausto Sacchetto, «è stato raggiunto il compromesso tra Anas e Soprintendenza che dovrebbe permettere all’Anas di concludere l’opera nei tempi previsti e alla Soprintendenza di salvaguardare la muraglia del Serraglio». Bisognerà riportare lì migliaia di tonnellate di materiale per coprire il buco che c’è attualmente? «Certo ma per fortuna molto del materiale scavato è ancora nei paraggi», continua Mazzi, «e l’Anas, che è in anticipo sulla tabella di marcia, farà rientrare l’intervento nelle spese previste. Inoltre il cavalcavia si alzerà solo di tre metri e cinquanta questo non pregiudicherà la visuale sul castello». Rimane l’amaro in bocca perché il Serraglio, questa straordinaria fortificazione medievale che, come documenta tanta cartografia antica, partiva da Valeggio per arrivare oltre Villafranca, tra poco non sarà più visibile. «Il soprintendente Boschi», rivela Mazzi, un po’ sconcertato da questo atteggiamento, «ci ha detto che, poiché il sito ormai era stato documentato, si poteva richiudere, anche per sottrarlo alle intemperie». Nella scelta della Soprintendenza ha probabilmente avuto il suo peso anche la considerazione che non c’era la certezza di trovare a fianco una struttura così ben conservata. Ancora più grave è quindi la responsabilità dell’archeologo inglese Hudson che, alla fine degli anni ottanta, probabilmente non fece sondaggi adeguati. «A quanto pare», dichiara Mazzi, «trovò delle fondazioni, ma non i contrafforti che sono ora venuti alla luce e questo fece sì che la Soprintendenza si ritenesse tranquilla facendo scendere la circonvallazione sotto i nove metri». Cosa sarebbe successo se il Serraglio, del quale si conosceva l’esistenza, fosse stato trovato all’inizio dei lavori? Forse avrebbe ripreso quota l’idea, avversata dall’Anas, di una strada in piano meno costosa e meno rovinosa per l’assetto del territorio. «Mi auguro che sia ancora possibile», confessa dispiaciuto Giorgio Vandelli dell’Archeoclub, «una variante al progetto della Soprintendenza per rendere visibile parte del manufatto». Alessandro Foroni

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