venerdì, Aprile 19, 2024
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La pieve è il «biglietto da visita» dell’arte valtenesina. Ultimati gli interventi sulle opere del ’200 e del ’300 nella chiesa di S. Emiliano

Risplendono gli affreschi

Sono stati ultimati i lavori di restauro degli affreschi dell’antichissima pieve di Sant’Emiliano, sulle colline alle spalle di Padenghe, vicino alla località Passeggero. Gli affreschi della parete a nord sono stati faticosamente portati alla luce, con un lavoro di certosina pazienza, dal professor Gian Carlo Quaglia e dalla sua équipe. Ovvia la soddisfazione per i restauratori perchè gli affreschi si sono rivelati in tutta la loro stupenda bellezza artistica. Sono databili fra il 1200 e il 1300, sono tornati al loro splendore originale, e sono tutti di ottima fattura. «Gli ignoti autori sicuramente non erano degli artisti improvvisati – commenta Quaglia – bensì persone altamente qualificate e maestri nell’arte dell’affresco. «L’importanza del dipinto più antico, quello del ’200, che raffigura l’arcangelo Gabriele che annuncia la nascita del Cristo ai pastori, è notevole in quanto le testimonianze duecentesche sono davvero rare sul Garda. «L’attenzione che l’artista ha posto – prosegue il docente – nella composizione e nell’uso delle terre colorate con una tavolozza pregevole, avvalora la tesi iniziale, per cui si può dire che ci troviamo di fronte ad una testimonianza artistica di grandissimo valore». Sulla stessa parete c’è un’altra pagina, databile al 1300, e vi sono raffigurati l’arcangelo Michele con la bilancia e al fianco San Bartolomeo ed è comparsa la figura di Sant’Emiliano, di cui si hanno abbiamo pochisisime testimonianze. La scommessa lanciata nello scorso mese di settembre durante il convegno promosso dal Fondo per l’ambiente del Garda, con la collaborazione del Fondo italiano per l’Ambiente e della Incres, è stata in parte vinta. La prima pietra è stata collocata, diceva Quaglia, ora è necessario continuare sulla strada intrapresa con il recupero strutturale dell’intero complesso. Sant’Emiliano, questa chiesetta di Padenghe che fino a qualche anno fa era desolatamente abbandonata e in condizioni disastrose, si pone dunque in una posizione di privilegio artistico, come una sorta di «portale d’arte» della Valtenesi. Il Fondo per l’Ambiente del Garda, guidato da Walter Romagnoli, aveva visto giusto già nel 1996 con la sua «Giornata di Primavera». Oggi, con la collaborazione tra il parroco don Negretto, lo studioso Quaglia e lo stesso Fai, il progetto sta muovendo dei passi concreti.

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