I dubbi del Consiglio per l’impatto ambientale
Riva accelera i lavori per collegarsi alla A22
Sono giorni decisivi per la definizione dell’assetto viario nella zona nord del Garda, vale a dire il collegamento tra Riva e l’Autobrennero, che dovrebbe accelerare i tempi di arrivo dei turisti tedeschi. La prima notizia si riferisce alla bretella di Mori. Il Consiglio di amministrazione della A22 ha riesaminato i rapporti con la ditta Cariboni, che aveva vinto la gara di appalto, ma che è finita in amministrazione controllata, su ordine della magistratura. Il contratto d´appalto da 90 miliardi di vecchie lire è stato rescisso, e il progetto della variante di Mori scorporato in tre lotti, che verranno assegnati a tre distinte imprese. L’unico modo per ultimare i lavori entro l´autunno 2004. La realizzazione del traforo, che in nessuna delle due canne ha ancora raggiunto la metà dei 2 chilometri e 200 metri del tracciato, rimarrà di competenza della Cariboni: dovrà completarlo entro il 31 maggio 2003 (importo di 17 milioni di euro). Per il ponte sull’Adige e gli svincoli si procederà a una nuova gara di appalto (base d’asta: 5 milioni di euro), come del resto per l’impiantistica e la sicurezza (opere per 8,5 milioni di euro). La seconda notizia riguarda la prosecuzione del tronco, dal lago di Loppio al passo di S.Giovanni a Riva. La Provincia autonoma di Trento «spinge» per la creazione di un tunnel corto, da 1540 metri, con una pendenza del 4,8%: una soluzione più facile da finanziare (i costi si aggirerebbero su 108 miliardi di vecchie lire). Si entrerebbe in galleria a Nago, e si uscirebbe alla discarica della Maza. Dopo aver percorso più di metà della discesa verso Arco, ecco l’inversione, verso sud, in modo da raggiungere il fondovalle con una pendenza del 6%. Si taglia quindi la piana e si raggiunge il Sarca. Lunghezza del nuovo tracciato: 8,7 chilometri. Passasse questa soluzione, lo scavo in roccia, la costruzione delle rotatorie e l’allargamento della strada a dieci metri e mezzo imporrebbero la chiusura per un paio di anni della Arco-Nago, e il dirottamento di tutto il traffico (diretto verso il casello di Rovereto della A22) sul percorso litoranea-Torbole-Nago, con effetti devastanti per il turismo. Sono infatti centinaia i Tir che ogni giorno collegano l’alto Garda con l’Autobrennero. I consigli comunali di Riva, Torbole-Nago e Arco, riunitisi congiuntamente, sono invece orientati sul tunnel lungo, che partirebbe dal tornante all’estremità occidentale del lago di Loppio, a quota 250. Dopo tre chilometri in galleria naturale (a doppia canna, una per senso di marcia, ognuna a due corsie, con una pendenza del 3,9%), il tracciato sbucherebbe di fronte alla pescicoltura Romani sul Sarca. Proseguirebbe quindi verso nord, per 450 metri (pendenza del 6,2%), piegherebbe verso ovest e si collegherebbe al nuovo ponte sul fiume, su un viadotto di 210 metri, alto dai 10 ai 20 metri sul piano della campagna. Il collegamento alla Riva-Arco avviene lungo la viabilità interpoderale esistente (ma da potenziare). Questo percorso misura 6,4 chilometri. Una soluzione più convincente dal punto di vista della sicurezza e della scorrevolezza del traffico, però assai costosa: 199 miliardi di vecchie lire. Il 1 marzo, sul Bollettino ufficiale della Regione, sono state pubblicate le conclusioni della commissione per la valutazione dell’impatto ambientale, favorevole al tunnel corto. Tra le motivazioni addotte: evitare ogni tipo di collegamento superstradale (che accrescerebbe i volumi di traffico, col transito ad esempio di molti automobilisti provenienti dalla Valsabbia), pedonalizzare la litoranea fra Riva e Torbole, eliminare l’ipotesi del viadotto (previsto nel caso di galleria lunga). I comuni hanno trasmesso i loro pareri; la scelta finale spetta comunque alla Giunta provinciale. Sulla vicenda è intervenuto anche il Coordinamento degli operatori economici dell´Alto Garda e Ledro, che rappresenta 350 aziende. «Il punto focale in tema di viabilità è il collegamento rapido con l’Autobrennero — dice Franco Gamba, il presidente -. La soluzione del tunnel corto è soltanto un rappezzo che non risolve le cose nell’immediato futuro».
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