giovedì, Aprile 18, 2024
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Incursione nella parrocchia per portare via il simbolo sacro molto caro alla comunità della frazione

Rubato un crocefissonella chiesa di Salionze

Un crocifisso ligneo di artigianato veronese nella chiesa parrocchiale di Salionze è stato rubato. La scoperta è stata fatta domenica mattina. «È stata una signora presente alla prima messa della giornata», dichiara amareggiato il parroco, Luca Tosi, «ad accorgersi della sparizione del crocifisso ligneo che, da’ un po’ di tempo, veniva posizionato nel coro, quindi fuori dalla vista, ma che per tanti anni è stato utilizzato nelle varie funzioni ed era collocato sull’altare. Negli ultimi mesi avevo deciso di sostituirlo sull’altare con un altro crocefisso di dimensioni più modeste».Il crocefisso rubato misura infatti 70 centimetri di altezza e 50 di larghezza ed era inserito in una croce di legno ancora più ampia (1,5 metri di altezza e 0,70 metri di larghezza). Il ladro l’ha staccato dalla croce per poterlo asportare più agevolmente ed è probabile che così facendo l’abbia anche danneggiato. Difficile dire quando sia avvenuto il furto.«La chiesa», continua Don Tosi, che ieri ha sporto regolare denuncia ai carabinieri, «è aperta ogni mattina dalle 8,30 alle 11,30 ed è giusto che si dia questa possibilità ai fedeli. Non possiamo certo tenere chiuse le porte per proteggere quelle poche cose di valore che la storia c’ha consegnato».Sul gesto Don Luca è netto: «È un brutto segnale perché si colpisce un simbolo a cui si dovrebbe portare rispetto. Certo non me lo sarei mai aspettato e mi sembra una bravata o un gesto da disperato perché, pur non essendo un esperto, non mi pare che il furto possa permettere di realizzare grandi cifre, visto anche lo stato di conservazione mediocre». Il crocefisso è un prodotto dell’artigianato veronese a cavallo tra il 19. ed il 20 secolo. Anche se in passato non erano mai successi fatti rilevanti, ora certo il livello d’attenzione s’alzerà, ma Don Tosi minimizza: «Penso che si tratti di un fatto episodico. Finora non avevo mai pensato di dotare la chiesa di videocamere di sorveglianza che oltretutto sono costose». Anche Francesco Zenato, presidente dell’Associazione combattenti e reduci, si dice dispiaciuto per l’accaduto. «La voce», afferma Zenato, «s’è sparsa in un battibaleno ed è stato unanime il sentimento di amarezza vissuto da tanti salionzesi». Per Zenato s’è trattato di una bravata e questo gli ha fatto ricordare un fatto avvenuto nell’agosto del 2006. Allora qualcuno strappò l’aquila degli alpini dal monumento di piazza Nikolajevka e fu senz’altro una spacconata per lo scarso valore dell’opera. «Oggi come allora», dichiara Zenato, «credo sia unanime la condanna per un gesto che non si può non definire oltraggioso. Il crocifisso ha più che altro un valore affettivo e simbolico. Per questo, chiediamo a chi lo ha fatto di ripensarci e, magari, riflettendo sullo sbaglio, di far ritrovare questo sacro oggetto da qualche parte».

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