giovedì, Marzo 28, 2024
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L’edificio confina su un lato con piazzale Martiri della Libertà, dove il sabato si svolge il mercato. Al suo posto sarà edificato un centro commerciale e parcheggi

Ruspe nell’ex calzaturificio

A Salò è iniziato l'abbattimento dell'ex calzaturificio, che confina, su un lato, col piazzale Martiri della Libertà, dove il sabato mattina si tiene il mercato. E, da ieri mattina, tre «marziani» con la mascherina davanti alla bocca si aggirano sulla parte di capannone non ancora demolita. Sono gli addetti allo smaltimento delle lastre di amianto, chiamati per l'operazione di bonifica. Il calzaturificio, costruito nel dopoguerra dalla famiglia Tranquilli vicino al quartiere delle Rive, era il maggiore stabilimento di Salò: con 160 dipendenti, precedeva la Tassoni (l'unico marchio prestigioso rimasto tutt'oggi) e la Cedrinca (trasferita a Bottenago di Polpenazze, ha visto drasticamente ridimensionata la propria attività). La è invece sorta per ultima. Specializzata nella produzione di scarpe e stivali da donna, la fabbrica esportava soprattutto in Germania. Entrata in amministrazione controllata nell'82, la società per azioni chiese inutilmente l'ammissione al concordato preventivo. In quel momento il numero dei lavoratori era sceso a 120, in gran parte cassaintegrati. Dopo la dichiarazione di fallimento del Tribunale di Brescia nel febbraio '84, l'edificio (di 3.600 metri quadrati, a forma trapezoidale) fu venduto all'asta. Se lo aggiudicò la Italmark, nel marzo '88, al prezzo di un miliardo e mezzo di vecchie lire. Allora la famiglia Odolini rilevò anche l' ex Polistil, la Palini legno di Pisogne e la ex Bober di Carpenedolo, con l'intenzione di creare centri commerciali integrati: da una parte la grande distribuzione, a fungere da colonna vertebrale, dall'altra negozi. Ma l'idea, almeno per Salò, è rimasta a lungo sulla carta. L'edificio, abbandonato a se stesso, diventò luogo di incontro di tossicodipendenti. Dopo avere accolto alcune classi dell'Istituto tecnico «Battisti», nel '92 gli Odolini l' hanno ceduto in locazione gratuita ai che, al piano terra, sono entrati con gli automezzi, mettendo al piano superiore gli uffici, la centrale operativa, il telesoccorso, la mensa e il dormitorio. Finchè il consiglio comunale ha accettato la riconversione dell'immobile. Usciti i Volontari, che hanno costruito una sede nuova a Cunettone, nel marzo 2005 il sindaco ha firmato il permesso edilizio relativo all'ex calzaturificio e al parcheggio Martiri della Libertà. Il progetto, redatto da Mauro Salvadori, Ermes Barba, Chiara Odolini e Mauro Medolago Poli, prevede la demolizione del capannone (appena iniziata) e la successiva ricostruzione (due piani esterni e uno sotto terra), con un arretramento di dieci metri rispetto all'alveo del torrente. La volumetria commerciale sarà di 13.145 mc., con l'aggiunta di 3.555 mc. residenziali al piano soprastante. In definitiva vengono rispettati gli attuali 17.700 metri cubi. Nel piazzale del mercato sarà inoltre realizzato un autosilo interrato, di un piano. Risultato: i posti auto pubblici diventeranno 530, di cui 270 sopra (rispetto agli attuali 360) e 260 sotto. Ad essi bisogna aggiungere i pertinenziali, un centinaio, da realizzare sotto il supermercato, su una superficie di 4.124 mq. La Italmark dovrà sistemare i percorsi pedonali e gli spazi verdi, provvedere all'illuminazione, effettuare gli allacciamenti ai servizi, costruire il piano sottostante al parcheggio. Delle 64 piante esistenti, 15 saranno trapiantate (magnolie, cipressi, olivi), 6 incassate e 43 eliminate. Un'operazione da parecchi milioni di euro. Gli Odolini non pagheranno gli oneri di urbanizzazione, dato che provvederanno in proprio. Sborseranno invece 276 mila euro quale contributo per il costo di costruzione e 185 mila per la rotonda tra via Zane e via Leonesio, vale a dire dinanzi alla casa di riposo e al Palazzo di giustizia. Il Comune sta realizzando sia questo rondò che il successivo, a 200 metri di distanza, tra via Zane e via Montessori. Il Municipio ha nominato un proprio esperto, l'ingegnere Giovanni Ziletti, con l'incarico di seguire per conto dell'ente pubblico, ma a spese dei privati, la costruzione del parcheggio sotterraneo, in modo da evitare irregolarità e difformità.

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