martedì, Aprile 23, 2024
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Delusione tra gli organizzatori della rassegna. Il presidente: «Vorrei ora un simile zelo anche nella stagione di caccia»

Sagra a Cisano, ma senza osei

Alba infuocata, ieri mattina alla sagra dei osei, per le polemiche seguite al divieto di far partecipare gli uccelli della Lombardia alla storica gara delle primavere che si svolge alle 6 del mattino. Causa: l’aviaria scoppiata nel territorio bresciano. «Abitualmente arrivano 450-500 iscritti a questa gara», spiega Alberto Salvetti, presidente del Comitato Sagra dei Osei di Cisano, che da anni dirige la storica fiera. «Per il divieto emesso dal direttore del servizio veterinario, dottor Alessandro Salvelli, quest’anno hanno gareggiato in 118, proprio perchè il grosso degli iscritti, da sempre, proviene dalla Lombardia, regione che ha più tradizione della caccia che il Veneto. Premesso che la salute dei cittadini è prioritaria, non si capisce perchè dove c’è il focolaio dell’aviaria, si permette la sagra dei osei che si svolgerà domani (oggi per chi legge), a Gussago a 4 chilometri dal focolaio dell’aviaria, a Rodengo Saiano, appena sopra Brescia; e da noi, dove da mesi non si riscontrano casi di questa malattia si vieta la partecipazione di uccelli». «I casi sono due», continua, «o è un eccesso, o non ci sono pericoli per la salute pubblica».«L’aviaria», precisa Salvetti, «è esplosa circa 20 giorni fa in Lombardia, un focolaio che ha colpito soprattutto galline e anatre, ma non i passeriformi. Precauzionalmente la Regione Lombardia, 2-3 settimane fa, ha sospeso le fiere e bloccato i mercati settimanali del settore. L’Ulss bresciana, ritenendo che la trassmissione di aviaria non fosse più così pericolosa, ha dato parere favorevole per il 9 settembre all’apertura della sagra dei osei di Gussago, con la libera partecipazione di tutti gli uccelli». «Noi, oggi invece, dopo vari contatti, iniziati il 31 agosto quando è arrivata la comunicazione di Salvelli, abbiamo dovuto chiudere la partecipazione alla gara delle primavere degli uccelli della Lombardia e anche dell’Emilia Romagna».A seguire l’andamento della sagra a Cisano, ieri, c’era comunque anche il responsabile veterinario Alessandro Salvelli, che è anche presidente dell’associazione Federcaccia. Spiega le ragioni del divieto: «Dopo aver sentito i colleghi di Brescia per più di 10 giorni e i dirigenti del Veneto, la nostra Regione ha deciso di operare in termini di sicurezza». «La Lombardia», continua il veterinario, «due giorni fa, ha comunque limitato alcuni provvedimenti, mantenendo le zone di restrizione e di attenzione. Dopo aver parlato con la Regione Veneto, abbiamo scelto la via prudenziale: ogni Regione agisce con la propria autonomia, anche perchè l’ultimo caso di aviaria, è stato riscontrato 3 giorni fa a Brescia». Da veterinario, ma anche da cacciatore, Salvelli, conclude: «A malincuore abbiamo preso questa decisione, perchè essendo io anche cacciatore avevo a cuore questa sagra, la più antica del Veneto».Il presidente della sagra di Cisano, però non getta le armi e aggiunge: «Dopo tutto questo, spero davvero che domenica prossima, quando si aprirà la caccia, il dottor Salvelli, mantenga lo stesso zelo, vietando ai cacciatori bresciani capannisti, di cacciare con i loro uccelli da richiamo nel Veronese, quando saranno liberati migliaia di uccelli». C’è alla fine un scambio di opinioni: ognuno è rimasto della propria.

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