giovedì, Marzo 28, 2024
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Per San Martino tre giorni di festa tra sacro e profano

Sagra patronale al via

Moniga si prepara a festeggiare il suo patrono San Martino. La comunità in questi giorni si ritrova unita: l'appuntamento patronale, molto sentito, è organizzato dal Comune e dall'Oratorio parrocchiale, con la collaborazione dell'Unione sportiva e di molti volontari, tutti impegnati a preparare al meglio la ricorrenza. Saranno tre giorni caratterizzati da giochi per tutti, cole la tombolata, sport, cultura, musica, gastronomia, abbinati ai tradizionali momenti religiosi. La festa si svolgerà all'Oratorio parrocchiale, in strutture coperte e riscaldate. I giochi invece si svolgeranno al campo polivalente e sul piazzale antistante. Domani 8 novembre alle ore 14 la festa si apre con i giochi per ragazzi. Poi castagne e vin brulé per tutti. Alle 18 la messa prefestiva e, sempre alle 18, l'apertura dello stand gastronomico con specialità locali e ottimo . La serata sarà allietata con musica fino a mezzanotte. Domenica mattina è in programma la passeggiata in bicicletta, che richiama ogni anno centinaia di partecipanti, aperta a tutti, non agonistica. Il ritrovo è in piazza San Martino alle 8.45. Alle 10 la messa solenne cantata con la partecipazione della Schola Cantorum diretta da Simonetta Avigo. Alle 12.30 pranzo a base di minestrina con fegatini, spiedo con polenta, contorni, dessert, acqua e (a 18 euro, prenotazioni all'Ufficio Anagrafe). Alle 15 tombolata con ricchi premi. Alle 18 messa e apertura dello stand gastronomico, quindi musica sino alle 24. Martedì 11 novembre, il giorno di San Martino, nella parrocchiale a lui dedicata si celebreranno due messe solenni, sempre celebrate dal parroco don Giovanni Bertaiola, la prima alle ore 10, quindi alla 20 con la partecipazione della Schola Cantorum. La storia di San Martino merita di essere raccontata. Nato nel 316 in un regione allora barbarica, la Pannonia, oggi parte dell'Ungheria, seguì il padre, un militare di carriera, che lo avviò al mestiere delle armi. A 15 anni già era guardia a cavallo. A Pavia Martino ebbe i primi contatti con i cristiani e ricevette il battesimo, nonostante l'opposizione della famiglia. Si narra che una notte alle porte di Amiens, si imbattè in un povero infreddolito; senza esitare Martino sguainò la spada e recise un lembo del suo mantello per ricoprirlo. Atteso il tempo prescritto, a 38 anni ottenne il congedo. Da allora si dedicò all'evangelizzazione dei pagani. Nel 371 divenne vescovo di Tours. La sua attività durò per tutta la vita. Morì nel 397, l'11 novembre, che divenne il giorno della sua festa. A S. Martino una volta si faceva il trasloco, si tenevano le elezioni comunali e venivano rinnovati i patti agrari. Le usanze e il culto sono di origine gallica, perché fu la regione in cui egli visse. Per renderlo accettato ai pagani si inventò la leggenda della cappa, attraverso la quale il santo portava regali ai bambini buoni, mentre per i capricciosi depositava una frusta.

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