giovedì, Aprile 25, 2024
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Monte Rocchetta e gallerie del Cor i resti della guerra a balcone sul lago

Salendo da Riva del Garda

La Rocchetta, divenuta famosa in questi mesi per la frana che si abbattuta ai suoi piedi sulla statale 45 bis, non è la più alta delle cime dell’omonimo gruppo montuoso che sovrasta Riva del Garda con una serie incredibile di pareti, torri, creste rocciose, riempiendo di sé il paesaggio dell’Alto Benaco. E’ superata per pochi metri dalla vicina Cima Valdès ma è comunque una delle più interessanti mete della zona. Oltre all’immenso e magnifico panorama, la cima della Rocchetta è circondata da trincee, baraccamenti, gallerie: resti delle poderose fortificazioni con cui gli austriaci s’erano arroccati durante la Grande Guerra. Si parte da Biacesa. Si raggiunge la parte alta del paese dominata da ripidi monti tra cui un evidente cocuzzolo roccioso al centro della vallata che sale verso la Rocchetta: è lo sperone roccioso chiamato Cor nel cui ventre si trova un vero e proprio labirinto di gallerie di guerra. Dopo alcune fontane si lascia a destra il cosiddetto «senter del Bech» e si sale per un pendio ombreggiato dal bosco. Ai successivi bivi si lasciano a destra i sentieri per il Bivacco S. Giovanni e per Bocca Sperone e, sempre nel bosco, si raggiunge la base d’una grigia e verticale parete di roccia dai cui fianchi sgorga una fresca sorgente: è la parete Ovest di Grotta Daei, altra montagna traforata da gallerie della Grande Guerra. Si aggira a sinistra la parete e si raggiunge una larga sella, crocevia di sentieri: il Bochèt dei Concolì. Da qui si inforca un sentiero dedicato a Rino Zanotti che percorre la cresta Sudest della Rocchetta. E’ questo il tratto più bello e panoramico dell’itinerario: nonostante la vista sia spesso disturbata dall’invadente vegetazione, il sottostante azzurro Garda è incredibilmente fotogenico. E nella salita, accanto a numerosi resti di trinceramenti austriaci, si accompagnano le immagini della lunga catena del Monte Baldo, del vicino Monte Stivo e delle più lontane Dolomiti di Brenta, della catena delle Alpi di Ledro tra cui si riconoscono il Monte Tofino e i Corni di Pichea. Mentre a Sud, alle nostre spalle, si stendono senza soluzione di continuità sino alla pianura i monti del Garda tra cui Tremalzo, il Carone, la Cima Al Bal. E quando finalmente si guadagna l’erbosa vetta lo sguardo riesce a cogliere, oltre al già citato grande lago di Garda, altri quattro azzurri specchi d’acqua: il lago di Tenno, il lago di Cavedine, il lago di Molveno, il lago di Toblino. L’ascensione sarebbe terminata qui, ma agli escursionisti esperti è consigliabile una visita ai trinceramenti del Cor. Dalla vetta della Rocchetta si scende verso Sud per un pendio erboso e, poco sotto, si prende una traccia di sentiero che continua a scendere in fianco a una trincea in direzione dell’affioramento roccioso del Cor che si raggiunge in una decina di minuti. Il Cor durante la Grande Guerra era stato trasformato dagli austriaci in una munitissima posizione di difesa con gallerie, caverne e feritoie che guardano sui vari lati della montagna dominando la vallata dalla quale potevano arrivare i reparti italiani. E’ necessaria la pila frontale per avventurarsi con prudenza nelle gallerie all’inizio delle quali si trovano ancora i resti di un caratteristico gabinetto con scarico a sbalzo sulla parete. Dalla vetta della Rocchetta il ritorno lo si effettua lungo lo stesso percorso di salita.

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