sabato, Aprile 20, 2024
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Il sindaco Cipani è perplesso sulla data del 31 dicembre e avverte: situazione schizofrenica, si rischia di perdere i fondi stanziati

Salò chiude? L’alternativa è a Villa

Sindaci gardesani divisi alla mèta. Sembra questa la situazione sullo spinoso nodo della sanità, reso ancor più complesso dalle ultime notizie. L’annuncio dato la scorsa settimana dal presidente della Comunità montana, Bruno Faustini – «chiusura della struttura di Salò al 31 dicembre, con il trasferimento dei pazienti a Villa Barbarano e a Villa Gemma», come ipotizzato dal direttore generale dell’azienda ospedaliera di Desenzano, ingegner Mauro Borelli, uomo appartenente all’area della Lega Nord – è andato ad aggiungersi alla miriade di annunci degli ultimi tempi, seminando ulteriore scompiglio. «Non so, onestamente, quale progetto abbia in testa il direttore Borelli – afferma il sindaco di Salò, Giampietro Cipani, di Forza Italia -. A fine agosto ci ha fatto pervenire la relazione di un ingegnere bergamasco, Donato, sostenendo che era inutile spendere i quattrini per costruire un nuovo ospedale per acuti: a Roè Volciano, a Villa di Salò o a Limone di Gavardo che fosse. «Con i 29 milioni, molto meglio rimodernare l’esistente a Gavardo, diceva. Nel corso di una successiva riunione è emerso (a voce) che, con tale cifra, si potevano realizzare anche i due punti di primo intervento a Nozza di Vestone per la Valle Sabbia e a Gargnano per l’Alto Garda. Poi il discorso della chiusura di Salò dal 31 dicembre. Ormai si va avanti a spot. Con un protocollo di intesa che alcuni sindaci sono intenzionati a firmare e altri no, tirando (ciascuno) l’acqua al proprio mulino. La situazione sta rasentando la schizofrenia». «Vorrei ricordare – prosegue Cipani – che, nella seduta del 13 giugno, la Giunta regionale ha approvato l’elenco degli interventi, destinando 29 milioni di euro al nuovo presidio per acuti nel comprensorio di Roè Volciano, in sostituzione dei due attuali di Gavardo e Salò. Vendendo questi due immobili, avremmo potuto superare l’importo complessivo di 40 milioni, circa 80 miliardi di vecchie lire. Il luogo? Di fronte al diniego all’insediamento nel territorio di Roè Volciano, noi abbiamo messo a disposizione una superficie di 30 mila metri quadri, tra Villa e Cunettone, in posizione decentrata, baricentrica e accessibile, disposti ad accollarci i costi delle opere esterne. Ma siamo pronti a esaminare anche altre aree. Non si può dare un calcio a un’opportunità come questa. E’ un peccato mortale». Cipani teme che la richiesta di Borelli di stornare i 29 milioni da un’ipotesi (ospedale nuovo) a un’altra (ristrutturazione di Gavardo) avrà una ripercussione negativa, e si concluderà con la cancellazione del finanziamento o, comunque, con una drastica riduzione. «Corriamo il rischio di rimanere tutti con un palmo di naso – aggiunge il sindaco -. Com’è possibile pensare che aprano i punti di primo intervento a Gargnano e Nozza quando la Regione intende chiuderne parecchi, a causa degli oneri di gestione?». Renato Cobelli, della Margherita, invita tutti a fermarsi un attimo. «Occorre trovare una soluzione congiunta tra Valle Sabbia e medio alto Garda – dichiara il consigliere comunale di minoranza -. Potrebbe prevedere, da un lato, il recupero di Gavardo, sulla base di un progetto di fattibilità realistico, dall’altro la soluzione di una lungodegenza riabilitativa sul lago, esempio a Salò. Bisogna fare ogni sforzo unitario, evitando i dissensi del passato. Il tema della sanità è vivo, perchè le strutture sono inadeguate sia per i residenti che per i turisti. Ma i conti non sono chiari: chi sostiene che per un nuovo posto letto occorrano tot euro e chi (quasi) il doppio».

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