Sarà varata il primo giugno al Circolo nautico di Castelletto di Brenzone «Proteus». l’imbarcazione sulla quale i ragazzi paraplegici potranno fare il primo corso europeo di vela per disabili. L’intera comunità di Brenzone si è attivata per la riuscita dell’inaugurazione: il Circolo nautico di Brenzone ha assicurato infatti la completa disponibilità delle proprie attrezzature logistiche per le attività associative, a titolo completamente gratuito (la base nautica offre servizi igienici, spogliatoi, e un punto di ristoro completamente privi di barriere architettoniche) per questo progetto inedito sia a livello nazionale che europeo, mentre l’Amministrazione si occupa dell’organizzazione. Il corso è organizzato dall’associazione «Eos la vela per tutti», nata nel 2000 per iniziativa di alcuni appassionati di vela, accomunati dall’idea che le emozioni legate a questo sport non possono essere accessibili solo a pochi ma vanno condivise anche con chi è meno fortunato. La nautica e la vela sono utilizzate come strumenti riabilitativi rispetto a vari tipi di handicap e come mezzi di reinserimento sociale per diverse forme di disagio. Il disabile, una volta salito in barca, abbandona la sedia a rotelle e si muove utilizzando le braccia e la muscolatura non toccata dalla paralisi. In questa situazione, date le caratteristiche di ogni barca a vela (instabilità del mezzo galleggiante, presenza sull’imbarcazione di numerosi appigli, necessità di effettuare spostamenti frequenti), egli è costretto a mettere in funzione e a potenziare capacità muscolari e di equilibrio in modo del tutto naturale e con un’efficacia difficilmente realizzabile con altri sistemi riabilitativi. A questo va aggiunto l’aspetto di socializzazione: in barca, le differenze tra disabile e normodotato tendono a sfumare. Così due dei soci fondatori di Eos, l’avvocato Maurizio Cimetti e l’ingegner Erwin Linthout, hanno messo a disposizione le loro imbarcazioni, due J/24, ormeggiate al Circolo nautico di Castelletto e chiesto la collaborazione del giudice Michele Dusi, velista paraplegico, già promotore di esperienze associative di navigazione a vela con disabili. I primi aspiranti velisti sono stati tre ragazze e due ragazzi ex pazienti dell’ospedale Sacro Cuore di Negrar, ansiosi di iniziare un percorso di avvicinamento alla vela. L’istruttore è stato individuato in un esperto skipper professionista che ha tenuto delle lezioni teoriche sui rudimenti della navigazione nella sede dello Yachting club Verona. La prima uscita a bordo dei due J/24 si è svolta un anno fa e si è rivelata per i ragazzi un’esperienza entusiasmante. Il successo del primo esperimento, a cui ha dato un significativo apporto la Banca Popolare-Banco di San Geminiano e San Prospero e dell’assessorato allo Sport del Comune di Verona, ha definitivamente convinto l’associazione Eos della bontà della strada intrapresa, e a redigere un progetto articolato, suddiviso in due fasi: la prima, sostanzialmente già completata, consistente nell’addestramento di fisioterapisti, con l’obiettivo di farne dei velisti esperti, in grado di gestire ed operare con i pazienti in totale autonomia sulla barca. La seconda fase, in questi mesi della primavera del 2002, che prevede l’istituzione permanente di una strategia riabilitativa a disposizione dell’ospedale Sacro Cuore di Negrar, all’interno dell’Unità spinale. A partire da giugno, quindi, verranno effettuate periodiche uscite in barca con pazienti ospedalizzati, autorizzati dall’equipe medica e accompagnati dai fisioterapisti, sotto la responsabilità dell’ospedale. «Proteus», barca di 9 metri di lunghezza, è stata realizzata su progetto specifico a Cavaion e il suo costo è stato coperto in buona parte da un generoso contributo della Fondazione Cariverona.