venerdì, Aprile 19, 2024
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Trivella nel sottosuolo per 181 metri, ma l'acqua calda non c'è

San Giorgio: addio sogno termale

Una «doccia gelata», altro che acqua termale. E’ questo ciò che hanno trovato, dopo tanto scavare, i tecnici della ditta Artesia di Verona incaricati dal servizio geologico della Provincia di sondare il sottosuolo di S.Giorgio alla ricerca del prezioso liquido caldo. E come in una nuvola di vapore svanisce, all’improvviso, il sogno delle terme “saiorine” che in molti, ad Arco, cullavano.Venerdì pomeriggio la triste scoperta, confermata poi dalle “controanalisi” di ieri mattina: l’acqua di S.Giorgio, che si presumeva potesse essere calda, è per nulla calda! La temperatura, secondo i riscontri dei tecnici impegnati nello scavo, si aggira attorno ai 14 gradi centigradi (13.9, per la precisione). «Una temperatura assolutamente normale – ci spiega il geometra De Gasperi, direttore dei lavori – per quelle profondità, ossia i 181 metri che abbiamo raggiunto venerdì scorso, quando siamo riusciti a superare quella barriera di limo dietro cui speravamo si celasse l’acqua calda. Invece sia la temperatura che le caratteristiche dell’acqua sono del tutto normali». Quindi inutili per gli scopi che in molti, tra gli operatori economici di Arco e dell’intero Basso Sarca, già prefiguravano. «A questo punto completeremo il pozzo – spiega De Gasperi – installando un sistema drenante e quant’altro in modo da renderlo funzionale per l’abitato del posto, contadini in prima fila. Quello che succederà poi non è di mia competenza ma per quanto concerne questo scavo posso dire che la vicenda si chiude qui. Anche perché non vi sono più soldi per proseguire e perché non ci sono i presupposti, a mio avviso». Tutto, quindi, lascia supporre che sia stata messa definitivamente la parola fine su uno dei progetti più ambiziosi che hanno interessato Arco negli ultimi anni. Anche se il sindaco Veronesi lascia ancora qualche porta aperta. «Il nostro interesse al ritrovamento dell’acqua termale continua – spiega il primo cittadino – ora voglio capire perché la Provincia dice basta. Se vi sono problemi tecnici allora ci adegueremo ma se è solo una questione di costi o di scelte credo che se ne dovrà ancora parlare».

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