venerdì, Aprile 19, 2024
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Riaperta al pubblico l’antica chiesa arilicense dopo importanti lavori di restauro.
Il parroco: «Questa è la casa di preghiera di tutti i popoli»

San Martino tornaagli antichi splendori

È una parrocchiale di San Martino rinnovata quella che sabato si è mostrata agli occhi delle autorità e dei residenti di Peschiera: la chiesa del centro storico arilicense è stata infatti riaperta al pubblico dopo un importante lavoro di messa a norma degli impianti elettrico e di riscaldamento e di restauro conservativo del suo interno. Un intervento che ha riguardato anche la cappella feriale, adiacente all’edificio principale, che è stata la prima sulla quale sono intervenuti i tecnici per problemi di consolidamento alle pareti seguito, anche in questo caso, dal recupero dell’interno.Come si poteva immaginare, la visione della chiesa restaurata e illuminata con un impianto «demotico» tra i più sofisticati ha colpito tuttI anche perché l’intonaco che ricopriva l’interno dell’edificio risaliva a qualche decina di anni fa. Il restauro, eseguito dalla ditta Tisato, ha non solo restituito brillantezza agli affreschi del pittore Saoncella, agli altari laterali, alle vetrate, ma ha portato al recupero del monogramma di Gesù «IHS» posto al centro della volta della chiesa e completamente coperto nonché restituito alle colonne le decorazioni di cui ormai solo pochi residenti conservavano memoria. Alla cerimonia erano presenti tecnici e autorità: il sindaco di Peschiera Umberto Chincarini, gli assessori regionale Massimo Giorgietti e provinciale Luca Coletto, il direttore dei lavori Lino Vittorio Bozzetto e Anna Malavolta, funzionario della Soprintendenza per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico di Verona, Vicenza e Rovigo che ha coordinato e controllato la corretta esecuzione dei lavori.Presenti, in una chiesa gremita di gente, anche le autorità militari del luogo. In apertura, il saluto del parroco don Valerio Cantarini che ha sottolineato il valore della chiesa «casa di preghiera per tutti i popoli» e ringraziato «tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito anche all’organizzazione di questa giornata di festa. E un grazie alle istituzioni che hanno sostenuto economicamente quest’opera di recupero».Un’opera dal costo complessivo di circa 650mila euro per la quale il Comune ha stanziato 70mila euro mentre la Regione ha dato 51mila euro, 50mila la Provincia, 46mila la Fondazione Cariverona, 10mila la Camera di Commercio. È stata inoltre inoltrata, come ha ricordato la Malavolta, una richiesta di contributo anche al ministero per i Beni culturali.Sia il sindaco che l’assessore provinciale Coletto si sono soffermati sull’importanza di questo tipo di recuperi che vanno ben oltre il significato artistico. Chincarini ha infatti ricordato come proprio a Peschiera tutte le realtà religiose stiano pensando o affrontando progetti di l’ampliamento degli spazi in cui operano. L’architetto Bozzetto ha invece ricordato le tappe salienti dei lavori e la storia della chiesa già citata su documenti del 1100. Dopo la parte istituzionale, la cerimonia è proseguita con la celebrazione della messa presieduta da monsignor Maffeo Ducoli e concelebrata dai parroci di Peschiera e dal padre guardiano del Santuario del Frassino.A corredo della giornata il momento conviviale,, allestito sul sagrato di San Martino Vescovo affacciato su piazza d’Armi, e succesivamente il concerto «Et in terra pax», eseguito dall’Orchestra dell’Accademia musicale Dodekachordon e dal Coro Marc’Antonio Ingegneri diretti dal maestro Giovanni Petterlini.

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