giovedì, Aprile 25, 2024
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Borsani, Scarcella e Borelli disertano il consiglio comunale straordinario sul futuro dell’ospedale locale

Sanità, i big snobbano Salò Bordate da tutti i partiti: delusi i citta

Carlo Borsani, assessore regionale alla Sanità, Carmelo Scarcella, responsabile dell’Asl di Brescia, e Mauro Borelli, direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Desenzano, erano stati invitati a partecipare al consiglio comunale straordinario di Salò per presentare le loro strategie sul futuro dell’ospedale locale: spogliato del reparto di Medicina (trasferito provvisoriamente a Gavardo, avrebbe dovuto rientrare a fine settembre, ma non è andata così), dal primo gennaio perderebbe anche Lungodegenza, trasferita nella casa di cura privata di Barbarano. Ma nonostante le telefonate, le lettere, i fax e le sollecitazioni, i tre hanno rinunciato a farsi vedere. E la gente, accorsa numerosa, è rimasta con un palmo di naso. «Una volta prese le decisioni vi convocheremo», ha fatto sapere Borelli. Apriti cielo. «Non nego un profondo disagio – ha detto il sindaco Giampiero Cipani, di Forza Italia -. Ai tre signori farò notare la loro maleducazione. Volevamo semplicemente conoscere a che punto sono i progetti riguardanti la sanità sul nostro territorio». Gianluigi Pezzali, Fiamma tricolore: «Borelli ha presentato la terapia del sorriso verso i bambini ammalati, con parrucche e maschere. Questo appuntamento mancato assomiglia a una pagliacciata. E’ una scorrettezza indegna di persone che usano i soldi dei contribuenti per prendere decisioni sopra le nostre teste». Alberto Marino, di Rifondazione comunista: «Articoli, lettere al direttore, dibattiti. Leggendo la rassegna stampa, in Regione si saranno accorti che sul medio-alto Garda e in Valsabbia il tema è caldo. La popolazione ha diritto di sapere ufficialmente come stanno le cose. Ma qualcuno non ha il senso di come si sviluppa la democrazia in Italia». Renato Cobelli, della Margherita. «E’ un oltraggio. Intanto la sanità va a fondo: punti di primo intervento cancellati, servizi ridotti, liste di attesa sempre più lunghe. Gli anziani non vanno ad acquistare le medicine perchè non hanno i soldi per pagare il ticket. E le famiglie devono sobbarcarsi gli ammalati cronici. Se l’obiettivo è di chiudere Salò e il S. Corona di Fasano, privilegiando le case di cura private sul modello americano, ne vedremo di belle». Ancora Marino, che di professione fa il medico: «Un mio paziente, operato di by pass, è stato rimandato a casa dopo 24 ore! Cose assurde. Tutto è lasciato al mercato. Dal primo novembre l’assistenza domiciliare è demandata a soggetti privati. Al civile di Brescia verranno cancellati due reparti di Chirurgia. Sul lago di Garda chiude Malcesine, Salò è in coma e Fasano a rischio. Occorre assolutamente una struttura per acuti». Cipani ha difeso il lavoro svolto per arrivare alla costruzione di un nuovo presidio, sfociato in giugno nella delibera regionale che stanzi ava 29 milioni di euro da destinare a Roè o dintorni. «Anche se Borelli ha deciso che quei soldi non bastano, e intende utilizzarli per ristrutturare Gavardo, io non sarei così pessimista – ha affermato il sindaco -. Il Pirellone ci ha autorizzato a vendere gli immobili di Salò (che l’Ufficio tecnico ha valutato in 14 milioni e 250 mila euro) e Gavardo. Non so se basterà, in ogni caso si tratta di una bella cifra. Tanto più che se Roè non accetta, noi siamo disposti a offrire l’area tra Villa e Cunettone». «Col precedente direttore generale, Angelo Foschini – prosegue il sindaco – avevamo fatto un percorso corretto. Purtroppo c’è qualcuno che cerca di mettere i bastoni tra le ruote. A un convegno di Forza Italia nei giorni scorsi ho detto chiaro e tondo che questo è il modo di trasformare un successo elettorale in una disfatta». Intanto l’assessore Borsani conferma la sua linea, che coincide con quella del sindaco. In un’intervista al Corriere della Sera di ieri ribadisce che il piano regionale prevede la chiusura di Salò e Gavardo, per puntare su una nuova struttura.

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