venerdì, Aprile 19, 2024
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Gli esperti assicurano che quest’anno le acque non subiranno l’invasione della mucillagine. I fondali più puliti favoriranno la riproduzione dei pesci

Sarà un’estate senza alghe nel lago

Nel 2001 niente macchie giallo-verdastre sulla superficie del Garda. Lo assicura Chiara De Francesco, responsabile della qualità ambientale per la Provincia di Trento e tecnica distaccata del laboratorio di analisi nel forte S.Nicolò (Riva). Lo stato di salute del lago? «Tutto bene, ma non bisogna abbassare la guardia». L’mergenza alghe dell’ultima stagione non si ripresenterà. L’anno scorso Tarcisio Dagnoli, uno degli ultimi pescatori di Limone, aveva lanciato un grido di allarme. «E’ incredibile il disinteresse che circonda il Garda, nonostante sia la maggiore fonte di guadagno per migliaia di persone. Il turismo ha arricchito quelli che una volta erano contadini o pescatori -disse-. Eppure tutti i paesi scaricano i liquami nelle acque, e le alghe proliferano. Una volta si sviluppavano per trenta giorni, adesso per parecchi mesi, impedendo a molte specie di pesci di nutrirsi del loro cibo naturale: il plancton. Anche pescare è diventato un’impresa: qualche ora dopo aver gettato le reti, risulta difficoltoso ritirarle, tanto è il peso della vegetazione entrata. Inoltre l’acqua è sempre torbida: impossibile intravedere a 40-50 centimetri di profondità. Non bastasse, sono state modificate tutte le condizioni. In passato il materiale sabbioso arrivava sui fondali e li ripuliva, favorendo il deposito delle uova da parte dei pesci». La trota è sparita. Non ci sono più le freghe (fondali sabbiosi dove i pesci depongono le uova) dei vaironi, delle scardole, delle tinche e delle aole. Il persico è altalenante. Si registra, al contrario, una vera e propria invasione di cavedani che, a giudizio di alcuni, sembrano l’esatto corrispondente dei topi in terra e dei gabbiani in cielo. Sotto i sassi non si trovano più i “saiòtti”, minuscoli gamberetti. Quanto agli uccelli sono arrivati, a legioni, i cormorani e le folaghe, che hanno iniziato a nidificare. Il geologo Vincenzo Ceschini, vicepresidente della Comunità del Garda e studioso dell’ambiente, rispose che la situazione complessiva era invece buona. «Il nostro è il lago italiano più esteso (circa 369 kmq), col maggiore volume d’acqua (49 miliardi di metri cubi). Un grande serbatoio che, in futuro, sarà certamente sfruttato per alimentare gli acquedotti della pianura Padana. La sintesi delle indagini limnologiche compiute sulla sponda trentina e nel basso lago, sia sulla sponda bresciana che sulla veronese, offre una puntuale e scientifica visione generale della situazione. «Le sostanze responsabili di un’eutrofizzazione, quali l’ammoniaca, il fosforo, i nitriti e nitrati sono di gran lunga inferiori alle concentrazioni di legge -assicurò Ceschini-. La trasparenza, misurata col disco di Secchi, varia da un minimo di 6 metri a un massimo di 16; i valori della clorofilla da 2,4 a 3,6 µgl. Il Garda, uno dei laghi più puliti al mondo, è sostanzialmente oligo-mesotrofico, ossia con poche sostanze che possono provocare un fenomeno di eutrofizzazione e quindi una cattiva qualità delle acque. Uno stato favorito dalla rete di depuratori, come quello di Peschiera, che raccoglie i liquami delle località rivierasche. Naturalmente bisogna sempre tener presente che il tempo di ricambio è di circa 25 anni, e gli sversamenti fognari incontrollati (oltre a quanto prodotto dalle attività agricole e artigianali) rappresentano un pericolo costante, da denunciare immediatamente». Il fenomeno di «alga-pazza» (l’anabaena) era emerso in piena estate. Una massa verdastra e leggermente gelatinosa si estese sulla superficie, nei porticcioli o in prossimità delle spiagge. Lo stesso colore della farina gialla quando viene buttata a freddo nel paiolo, e non è ancora rappresa dal calore della fiamma. Una mucillaggine brutta da vedere e ancora peggio da annusare. Il motivo? «Sono salite in superficie le acque dei fondali, anche quelle a meno 350 metri, notoriamente più ricche dei cosiddetti nutrienti, fosfati e nitrati, cibo ghiottissimo per le microalghe. Col risultato che queste si sono moltiplicate. La stranezza sta nel fatto che tali capovolgimenti in genere sono ciclici. Si verificano ogni sette-dieci anni. Invece, dopo l’ultimo episodio del 1992, ne abbiamo riscontrati altri nel ’99 e nel 2000. Non possiamo comunque parlare di inquinamento» garantirono gli esperti. Un curioso fenomeno fisico, dunque, conosciuto col termine di «sessa», vale a dire l’oscillazione dell’intera massa d’acqua, che si solleva da un lato abbassandosi in quell’opposto, con successiva inversione delle posizioni.

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