giovedì, Aprile 18, 2024
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Sondaggio preventivo per valutare la fattibilità di un parcheggio sotterraneo. Sotto piazza d’Armi probabile un abitato romano

Scavi a caccia di reperti

Sono iniziati i lavori di scavo in piazza d’Armi: da alcuni giorni le ruspe sono al lavoro per le indagini archeologiche richieste dal Comune per valutare la possibilità di realizzare un parcheggio sotterraneo e di risistemare la piazza. «È la prima volta che l’area viene sottoposta ad una simile indagine», dice il sindaco Umberto Chincarini, «d’altra parte è necessario capire prima cosa si trova sotto il piazzale e poi affrontare ogni valutazione urbanistica e di viabilità». Piazza Ferdinando di Savoia, o piazza d’Armi come viene chiamata, é oggi la principale area a parcheggio del centro storico. Sui suoi lati si affacciano la chiesa di San Martino; la caserma XXX Maggio con l’area che fa parte dell’ex carcere militare; l’edificio che, sino a due anni fa, ospitava la scuola elementare del capoluogo. Il piazzale ha anche ospitato il mercato settimanale sino al momento in cui l’amministrazione comunale, anche allora guidata da Chincarini, decise il suo spostamento fuori dal centro storico: un cambiamento motivato da ragioni di sicurezza e dall’impossibilità di far accedere velocemente eventuali mezzi di soccorso in caso di necessità. «La posizione della piazza, così centrale oggi ma sempre a ridosso dell’abitato del paese, la rende di sicuro interesse archeologico», sottolinea Eva Di Lorenzo, consigliere delegato alla cultura e ai beni architettonici, «non è un caso che negli anni scorsi, a fianco della chiesa, siano stati ritrovati i resti della casa di epoca romana attualmente esposti al pubblico». «Per questo esistono diverse ipotesi su quello che potrebbe trovarsi sotto; a scavi conclusi sapremo se e cosa si trova sotto piazza d’Armi». Tra le ipotesi si parla di una traccia della via Gallica, che entrava in piazza d’Armi e arrivava al ponte Belgioioso, i cui resti sono visibili nelle acque esterne ai Bastioni, tra il ponte dei Voltoni e l’isolotto del Mandracchio. Ma sono anche in tanti, a Peschiera, a ricordare gli anni in cui a fianco della chiesa c’era l’asilo; la decisione delle suore di dotare di altalene lo spazio all’aperto portò alla luce numerosi resti umani. «Quelli iniziati sono scavi pre progetto, fatti anche per determinare quale tipo di successivo lavoro può essere affrontato in quella zona. È indubbio che l’area presenta un rischio archeologico più che presunto», conferma Brunella Bruno, della Soprintendenza archeologica che segue i lavori, «lo dimostrano gli studi e i dati della cartografia storica e le notizie sulla nascita della chiesa di San Martino». L’architetto fa riferimento alla presenza di un abitato che potrebbe essersi sovrapposto a un preesistente insediamento romano; un secondo rischio è rappresentato dalla possibile presenza di un’area cimiteriale. «Gli scavi del 1999», continua la Bruno, «hanno messo in luce anche edifici medievali; la cartografia del Sorge localizza nell’area della piazza un fossato, quindi un manufatto ben strutturato. Dunque un’ampia rosa di possibilità, che fa pensare alla necessità di indagare tutta la superficie e per un periodo di tempo difficilmente preventivabile; dopo aver tolto la pavimentazione e gli strati più recenti, cercheremo di portarci sulla prima struttura che risulti intatta, qualunque sia la sua possibile datazione».

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