Da dieci anni non si sa più nulla della statuina della Madonna calata nei fondali del lago Mini sommergibile cercherà di trovarla

Scomparsa la Vergine dei sub

Di Luca Delpozzo
Massimo Zuccotti

E’ scom­parsa la Madon­na di Peschiera. Non si trat­ta di un even­to mira­coloso al con­trario, ben­sì di un vero e pro­prio smar­ri­men­to: non si riesce infat­ti più a trovare la stat­ua del­la Vergine che venne deposi­ta­ta dai sub nel gol­fo del­la cit­tad­i­na aril­i­cense in sim­bol­i­co seg­no di devozione. Tut­to nacque all’inizio degli anni ’80, quan­do i dona­tori di sangue dell’ decis­ero di real­iz­zare un capitel­lo sub­ac­queo ded­i­ca­to alla Madon­na, quale pro­tet­trice del sim­po­sio di dona­tori. Era il peri­o­do delle esplo­razioni sub­ac­quee del bla­sonato ricer­ca­tore Jacques Pic­card che, a bor­do del mini som­mergi­bile «Forel», scor­raz­za­va nei fon­dali del più grande lago d’Italia, fino a fotogra­fare il pun­to di mag­gior pro­fon­dità a 350 metri. La voglia di abis­si era enfa­tiz­za­ta anche dal Sub Club Peschiera, da sem­pre attivis­si­mo nelle pratiche sportive del­la pesca sub­ac­quea e delle immer­sioni per lo stu­dio di fau­na itti­ca e siti di inter­esse arche­o­logi­co. Fu allo­ra che i sub di Peschiera, orga­niz­zarono con l´Avis la depo­sizione del­la stat­ua del­la Madon­na sui fon­dali di Peschiera. Per­son­ag­gi stori­ci del­la sub­ac­quea sporti­va, quali Gian­car­lo Simon­cel­li e Rena­to Sig­norel­li, oltre a tan­ti altri volon­tari, architet­tarono un’operazione in grande stile per super­are le non indif­fer­en­ti dif­fi­coltà del prog­et­to. I prob­le­mi non era­no pochi: bisog­na­va ubi­care la stat­ua in modo da non dan­neg­gia­re la pesca con reti e la lacus­tre; bisog­na­va evitare che il man­u­fat­to fos­se sposta­to dalle cor­ren­ti o mag­a­ri roves­ci­a­to dalle bur­rasche; si dove­va far in modo che non spro­fon­dasse nell’eventuale fon­do mel­moso e bisog­na­va altresì che la Madon­na fos­se facil­mente indi­vidu­a­bile dal­la super­fi­cie. All’epoca di fine anni ’70, non esiste­vano i sis­te­mi elet­tron­i­ci di local­iz­zazione, come il famoso Gps (Glob­al Posi­tion Sys­tem) e ci si dove­va quin­di basare su map­pa­ture e tri­an­go­lazioni man­u­ali. Con grande sfor­zo orga­niz­za­ti­vo, i sub di Peschiera por­tarono a ter­mine l’impresa. Venne costru­ito per la stat­ua uno spet­ta­co­lare sup­por­to metal­li­co bat­tez­za­to Lem, pro­prio per­ché molto assomigliante alla strut­tura por­tante del vei­co­lo spaziale che atter­rò sul­la luna. Il man­u­fat­to, con una base di appog­gio di 4 metri qua­drati, venne real­iz­za­to a rego­la d’arte nei lab­o­ra­tori del Genio mil­itare di Peschiera. Sul Lem venne fis­sa­ta la stat­ua del­la Vergine, apposi­ta­mente real­iz­za­ta con uno spe­ciale impas­to rica­va­to dal­la pol­vere di pietra delle cave di Sant’Ambrogio di Valpo­li­cel­la. L’armamentario venne final­mente cala­to in acqua nel set­tem­bre del 1981, in occa­sione del­la fes­ta dell’Avis, ada­gia­to ad una pro­fon­dità di cir­ca 30 metri nel gol­fo di Peschiera. Per pot­er iden­ti­fi­care il luo­go sacro, il Lem fu vin­co­la­to tramite cate­na ad una boa metal­li­ca pos­ta a cir­ca 5 metri di pro­fon­dità, in gra­do di essere local­iz­za­ta da un’eventuale natante in super­fi­cie. Venne isti­tui­ta una tradizione, sec­on­do la quale la stat­uet­ta sarebbe tor­na­ta in super­fi­cie ogni 5 anni, per una fes­ta com­mem­o­ra­ti­va da ten­er­si in ter­rafer­ma. L’ultima sali­ta avvenne infat­ti nel ’95 nel­la coin­vol­gente atmos­fera del­la devozione reli­giosa popo­lare. Fu l’ultima vol­ta che la Madon­na vide la luce del sole. La fes­ta non venne ripro­pos­ta dopo il suc­ces­si­vo quin­quen­nio uni­ta­mente ad un fat­to spregev­ole: alcu­ni van­dali stac­carono la boa di iden­ti­fi­cazione, ren­den­do impos­si­bile il ritrova­men­to del­la Vergine dal­la super­fi­cie. Dopo qua­si 10 anni di silen­zio, il pres­i­dente dei Sub Rena­to Sig­norel­li ed il col­le­ga Gian­car­lo Simon­cel­li, vor­reb­bero ritrovare lo smar­ri­to sim­bo­lo. La ricer­ca però non è facile: man­ca la boa di seg­nalazione, il fon­do è mel­moso quin­di la vis­i­bil­ità in immer­sione è nul­la, la stat­ua sarà pro­bil­mente ricop­er­ta d’alghe e quin­di dif­fi­cil­mente local­iz­z­abile. Lun­gi dal demor­dere i sub­ac­quei di Peschiera han­no chiesto aiu­to ai volon­tari del locale grup­po radioam­a­tori di Pro­tezione civile, dotati di una bar­ca con sofisti­cati ecoscan­dagli oltre che di un mini som­mergi­bile elet­tron­i­co per le ricerche di pro­fon­dità. Gli elet­tron­i­ci aril­i­cen­si, affil­iati alla sezione di Verona dell’associazione Radioam­a­tori Ital­iani, han­no rispos­to entu­si­asti all’invito, ripor­tan­do subito in lab­o­ra­to­rio il mini som­mergi­bile che da qualche tem­po non veni­va più usato e che sarà ripristi­na­to quan­to pri­ma. Per facil­itare le ricerche, si pen­sa addirit­tura di con­tattare l´Aeronautica mil­itare per avere le map­pa­ture degli eco scan­dagli effet­tuati in occa­sione delle ricerche dei famosi mis­sili che ven­nero sgan­ciati dall´F‑15 amer­i­cano di ritorno dal­la mis­sione in Bosnia. Sep­pur cadu­ti in altra zona, potrebbe ver­i­fi­car­si il caso che, a tito­lo pre­cauzionale, tut­to il bas­so lago sia sta­to scan­daglia­to alla ricer­ca di even­tu­ali altri ordig­ni bel­li­ci del­la grande guer­ra. Le ricerche del­la Madon­na inizier­an­no a fine feb­braio.

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