mercoledì, Aprile 24, 2024
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I proprietari dell’unica via d’accesso alla pieve dei Santi Fermo e Rustico negano al Comune il diritto di passaggio. È la minaccia dei confinanti, in lite per l’uso della strada

Se vai in chiesa chiamo la polizia

Non c’è pace alla chiesa dei Santi. La strada che porta alla pieve del XII secolo intitolata ai santi Fermo e Rustico, restaurata negli ultimi 10 anni e inaugurata il 28 aprile scorso, non è ancora percorribile. I proprietari di due tratti di strada vicinale che corrono dietro e a fianco alla chiesa e all’annesso romitorio (in corso di restauro) – unico possibile collegamento con la strada provinciale Lazise Cavaion – pretendono dal Comune, che possiede il fondo su cui insiste la chiesa, che non passino di lì persone non autorizzate. E così si bloccano i restauri al romitorio. I proprietari della strada – uno ne possiede una fetta larga un metro e mezzo, vicino a un fondo, l’altro i restanti tre metri e mezzo – hanno inviato il 16 luglio una lettera al legale del Comune tramite il loro legale, lamentando che dipendenti di imprese, incaricate dall’amministrazione, con camion e altri mezzi accedano e sostino sul loro terreno, provocando «notevole disturbo ai soggiornanti nelle case con rumori, immissione di gas di scarico dei motori e sollevamento di polveri». Lamentano anche «l’intrusione di persone non autorizzate». Fanno presente che in mancanza di provvedimenti, chiederanno «l’intervento dell’autorità giudiziaria, anche in sede penale». In questo modo i proprietari intendono impugnare la sentenza del tribunale di Verona con cui era stata accolta la domanda di costituzione di una servitù di passaggio pedonale e carraio per accedere alla chiesa. Il tribunale aveva fissato in 22 milioni di vecchie lire l’indennità da corrispondere ai proprietari. La vicenda si trascina da anni. Già nel 1998 il Comune aveva stipulato una convenzione, della durata di 15 mesi, con i proprietari, per consentire il passaggio dei mezzi meccanici dell’impresa De Carli che svolgeva i restauri e oggi ha dovuto interrompere i lavori al romitorio. I restauri dell’intero complesso sono stati avviati e gestiti a partire dal 1992 dall’associazione culturale Francesco Fontana, di Lazise, che ha raccolto donazioni da privati per oltre 150mila euro e impegnato forze volontarie per portare a termine il progetto. Oggi la chiesa è anche luogo di raccolta delle opere e degli scritti che parlano di Lazise e conservano la storia della città. Scaduta la convenzione, l’amministrazione ha chiesto di poterla rinnovare, ritenendo che l’accesso a un luogo di proprietà pubblica, presente fin dall’antichità, debba essere consentito. I proprietari dei fondi confinanti attraversati dalla strada vicinale collegata con la provinciale, interpellati dal Comune, non hanno voluto costituire una servitù di passaggio in favore dei fondi di proprietà comunale, per consentire appunto il passaggio pedonale e carraio. Il Comune ha quindi citato in giudizio i proprietari e, con la sentenza del 2 aprile scorso, con cui è stata accolta la domanda per costituire la servitù di passaggio pedonale e carraio per accedere alla chiesa, con l’indennità di 11mila euro da versare ai proprietari, pareva che il caso fosse chiuso. Ma così non è. «Secondo il legale dei due proprietari», dice Sergio Marconi, dell’associazione Francesco Fontana che dal 1994 ha dal Comune una concessione ventennale per il recupero della chiesa, «la sentenza non è esecutiva, ma soltanto dichiarativa, anche se l’amministrazione comunale l’ha già registrata e entrerà in vigore ai primi di settembre. Ora i proprietari intendono impugnare quella sentenza. Una cosa è certa, comunque: la pieve dei Santi Fermo e Rustico è una chiesa, non un’ex chiesa come viene obiettato, ed è sempre stata proprietà del Comune. Il fatto è che dal 1970, da quando sono state costruite le abitazioni del villaggio dei Santi, vicino alla chiesa, non è mai stato specificato il diritto di passo verso la chiesetta, come per le case del villaggio. Non mi pare che ci sia dubbio, comunque, che la chiesa è preesistente al villaggio e quindi il diritto di accedervi dalla strada è più che legittimo».

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