giovedì, Aprile 18, 2024
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Assenti in tutto l'alto lago gli attracchi per la sicurezza dei velisti

Senza difesa contro le bufere sul lago

Piombano improvvise dalla valle dello Sperone. Prima è tutto un paradiso di colori, poi s’addensano nuvolaglie, anneriscono, sul lago cala un momento di silenzio immobile, irreale, e poi parte il finimondo. Lo sanno bene quelli che navigano il Garda: quando succede l’unica cosa da fare è affrettarsi al riparo ed aspettare che passi. E qui salta fuori l’ulteriore problema visto che in tutto il Garda trentino, da Riva a capo Reamoll e dalla parte veronese da Torbole fino a Navene, non esiste un attracco cui legare la barca per il tempo che passi la buriana. In più – fa osservare Nerio Giovanazzi nell’interrogazione depositata in consiglio provinciale – le temporalate sono sempre più frequenti: mentre nel basso lago pontili ed ormeggi sono numerosi «nella zona trentina, in caso di emergenza, la situazione potrebbe diventare molto pericolosa». La cosa è tanto più riprovevole in quanto, a detta degli esperti, la soluzione sarebbe abbastanza semplice e relativamente poco costosa. I possibili punti di attracco ci sono: la baia di confine, le due baie sopra e sotto Tempesta, quella di Calcarole e quella subito sotto Corno di Bò lungo la sponda veronese, e dall’altra parte il golfo davanti alla foce del torrengte Ponale, il golfo di Sperone e la baia al Pier. Basterebbe calare sul fondo un «corpo morto», ossia un ragguardevole parallelopipedo di cemento ed agganciargli, utilizzando una robusta catena, una boa galleggiante fornita degli appigli adatti per legarvi un’imbarcazione. «Certo è che questo problema non può e non deve essere ancora trascurato. Ne va non solo dell’immagine turistica del Trentino e della capacità di offerta della provincia, ma della sicurezza di coloro che amano vivere appieno il lago». Con queste premesse Giovanazzi auspica che la provincia decida, di concerto con i vari soggetti interessati (i circoli velici in prima battuta), di offrire ai velisti questa ulteriore sicurezza realizzando la serie di attracchi «indispensabili al fine di salvaguardare non tanto le vacanze quanto piuttosto la vita dei frequentatori del lago di Garda».

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