venerdì, Aprile 19, 2024
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Indagine dell’associazione «La Fonte». Tra le richieste dei residenti l’aumento dei servizi pubblici

Servono abitazioni ma a prezzi popolari

San Felice è il terzo centro della Valtenesi, dopo Manerba e Padenghe. In un secolo la popolazione è raddoppiata, passando dai 1.672 residenti del 1901 ai quasi 3mila dell’ultimo censimento (2001). La crescita degli anni Novanta è dovuta all’arrivo di nuove famiglie, con bambini molto piccoli. La percentuale degli anziani (ultra65enni) continua a rimanere stabile: da parecchio tempo oscilla infatti tra il 15% e il 20%. Il territorio occupa una superficie di 26 chilometri quadrati, compreso il lago, fino al confine con la sponda veronese. Le abitazioni dei residenti (1.232) sono più numerose delle seconde case (905). Succede lo stesso a Manerba (1.716 contro 1.232), Puegnago (1.111 a 155) e Polpenazze (839 a 508). Nelle altre località della Valtenesi capita invece il contrario. A Moniga prevalgono le seconde case (1.019 contro 749). Idem a Padenghe (2.120 a 1.546) e a Soiano (773 a 682). Dopo avere raccolto questi, e una serie di altri dati, l’Associazione culturale «La Fonte», guidata da Mario Rosina, ha effettuato un’indagine tra i cittadini, illustrando i risultati alla popolazione nell’ex Monte di Pietà. Al questionario, che affrontava vari temi (dai servizi alla sanità, dalla scuola alle associazioni, dal commercio al turismo, ecc.) hanno risposto 108 cittadini. Lorenza Baccolo, ad esempio, si è soffermata sul discorso dell’edilizia. Il 60% degli intervistati ritiene che lo sviluppo sia stato equilibrato con la tutela dell’ambiente, il 26% lo giudica insufficiente (nel senso che vorrebbe più abitazioni), il 14% eccessivo. Per quanto riguarda il futuro, il 58% auspica nuovi interventi, ma in modo limitato, e con particolare attenzione rivolta ai servizi: creazione di centri ricreativi, sportivi, culturali e di assistenza. Il 31% chiede altre abitazioni, in particolare economico-popolari. Il 42% sostiene che sarebbe il caso di recuperare il patrimonio esistente. Sul tema delle seconde case, il 50% giudica opportuno penalizzarne la costruzione, il 13% le ritiene invece una risorsa importante e il restante 37% pensa che, se limitate, consentono all’economia locale di sopravvivere. L’84% boccia lo sviluppo edilizio dei comuni limitrofi, in particolare Manerba e Padenghe. Tre su quattro considerano sufficiente o buona la disponibilità di verde pubblico, ma il 60% esprime un giudizio negativo sul grado di fruibilità. Il 67% afferma che il territorio è una risorsa da preservare, affinchè le generazioni future ne possano godere; per il 25% va invece sfruttato, mantenendo comunque un giusto rapporto tra rispetto dell’ambiente e crescita.

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