Giuseppe Veronesi parteciperà domani al campionato di vela Soling a Castiglione della Pescaia. Tre anni fa agli Europei Taki è arrivato primo tra gli italiani
Sfida mondiale a 82 anni
Giuseppe Veronesi, 82 anni, ottanduenne si accinge a partecipare al Campionato del mondo Soling in programma a Castiglione della Pescaia da domani a venerdì prossimo. Veronesi, conosciuto da tutti in paese con il soprannome di Taki, è deciso a migliorare il suo record personale che ha stabilito tre anni fa sempre a Castiglione della Pescaia in occasione del Campionato europeo Soling, classificandosi primo tra gli equipaggi azzurri. L’aitante Taki, in equipaggio con i compaesani Samuel Meoni e Devis Consolati, da inossidabile nocchiero qual è sarà al timone della sua barca «La rossa», il nome gli è stato ispirato dal colore dei capelli della moglie. Ai campionati europei di tre anni fa Taki non si è fatto impressionare dal fresco vento che ha agitato le acque del Tirreno. Anzi, è riuscito pure a battere l’equipaggio locale Carducci-Tognozzi-Ferraro che corre per i colori del Club velico Castigione della Pescaia, conquistando il miglior piazzamento tra gli italiani e il ventiduesimo posto in classifica generale. «Taki è un grande è un esempio per tutti», afferma Meoni, giovane e promettente velista e suo compagno d’equipaggio. «Ha l’entusiasmo di un ragazzino, la sua passione e la sua simpatia sono contagiose. Chiunque farebbe la firma per arrivare alla sua età mantenendo quell’entusiasmo e quella forma fisica. Per l’occasione abbiamo fatto preparare un set di vele nuove di zecca. Io e Devis siamo in forma splendida come il nostro capitano dl resto». «Voglio rivivere le emozioni vissute tre anni fa all’europeo quando in nostro onore hanno suonato l’inno di Mameli», dice Taki Veronesi, «e mi hanno portato in trionfo. Spero però che sia meno dura. Allora nei primi due giorni il vento è stato molto intenso e ha raggiunto anche i 30 nodi». Nell’ambiente della vela il Taki è molto conosciuto anche per la sua simpatia. «Al termine delle regate mi piace raccontare aneddoti e barzellette e in questo modo tengo su il morale a tutti», afferma. Era così anche negli anni ’50 e ’60 quando Veronesi frequentava lo Yacht Club Italiano di Genova, il tempio della vela italiana, circolo esclusivo che si affaccia sul porto intitolato al Duca degli Abruzzi. «Allora tutti quei nobili e milionari mi chiamavano il «barone rosso» perché non la pensavo come loro che erano quasi tutti monarchici e conservatori. Forse ce l’avevano un po’ con me perché qualche volta li ho battuti, tra loro c’era anche Beppe Croce che non mi vedeva di buon occhio». Veronesi che deve il suo soprannome, Taki appunto, a suo padre che a Castelletto faceva il calzolaio e il pescatore si definisce un pescatore-velista. Ha iniziato a navigare a dieci anni quando andava a pescare con la «dirlindana» tra Castelletto di Brenzone e Gargnano. «Chi impara ad andare a vela sul Garda può cavarsela ovunque», spiega Veronesi. «Tuttora quasi ogni giorno esco con la mia barca a gettare le reti e pesco a seconda della stagione coregoni, sardelle, carpioni, anguille e trote. Il vento lo sento anche con il naso e a seconda dell’odore capisco se porta pioggia, se arriva dalle montagne oppure se la burrasca sta per arrivare». «Ho fatto tanti lavori nella mia vita il minatore», prosegue Taki, «il gestore di campeggio, l’albergatore ma il mestiere che preferisco e che non ho mai smesso di fare è quello di pescatore: mi fa sentire libero e mi dà molte soddisfazioni. Per me è una grande passione come la vela».
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