venerdì, Aprile 19, 2024
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Ben 43 professionisti tra geometri, ingegneri, architetti e geologi aiuteranno a rivedere i rilievi delle abitazioni lesionate. Da un incontro con cittadini e agenzie immobiliari «escono» decine di mini appartamenti

Sfollati, i proprietari offrono le prime case

A Salò, l’emergenza costa circa 15 mila euro al giorno, e l’attività per riportare la situazione alla normalità prosegue in maniera frenetica. L’altra sera il sindaco Giampiero Cipani ha incontrato i titolari delle agenzie immobiliari e alcuni proprietari di appartamenti. «Abbiamo 280 persone sparpagliate in 14 alberghi, che io vorrei liberare in tempi brevi, magari entro Natale – ha detto il sindaco -. Vi chiediamo di mettere a disposizione case e alloggi senza chiedere depositi cauzionali. E’ possibile stipulare contratti di sei mesi-un anno, in deroga a quelli stabiliti dalla legge sull’equo canone». Fatti i conti, Cipani reperisce una quarantina fra bilocali e trilocali. Il numero esatto si conoscerà solo domani o martedì. Qualcuno ha espresso dubbi sulla possibilità di sistemare gli extracomunitari. C’è però da considerare un altro aspetto: senegalesi, marocchini, rumeni, pakistani ecc. sono meno legati a un determinato luogo. Accettano insomma, di trasferirsi più facilmente in un paese vicino, come Vobarno o Gavardo, che non i residenti da molti anni a Salò, amanti del lago, e niente affatto intenzionati ad andarsene. I primi, che rappresentano comunque una minoranza, potranno quindi cercare una soluzione esterna; gli altri, invece, cambieranno località solo in mancanza di alternative. Il contributo mensile per chi trova casa in affitto in questa fase oscilla tra 200 e 400 euro mensili, con la possibilità di aggiungerne altri 100 per ogni anziano, disabile o invalido. Il beneficio è concesso a decorrere dalla data di sgombero fino al reperimento di una sistemazione stabile (e al massimo entro la fine dello stato di emergenza, fissata in un anno). Sul Garda esistono numerosi appartamenti vuoti, abitati solo in estate. Ma sono pochi i proprietari intenzionati ad affittarli, perchè temono che gli inquilini restino a lungo. Il sindaco non vuole usare le maniere forti, come la requisizione. Preferisce ricercare l’accordo, e una soluzione amichevole. E le agenzie immobiliari possono recitare un ruolo di rilievo, mantenendo i canoni a livelli accessibili e convincendo i proprietari a dare una mano a chi si trova in difficoltà. In un’altra riunione, svoltasi ieri mattina nella biblioteca dell’Istituto Battisti, parecchi tecnici della zona (ingegneri, architetti, geometri, geologi) hanno risposto all’appello lanciato da Giovanni Ciato, responsabile dell’ufficio Edilizia pubblica e privata. «L’emergenza è cessata – ha spiegato Ciato -, ma le ferite restano. Nei prossimi giorni la protezione civile completerà le verifiche. Partendo dalle schede compilate su ciascun edificio, noi dobbiamo andare a ricontrollare le inagibilità parziali e temporanee, per vedere se sono già stati effettuati i lavori di messa in sicurezza. E inoltre dare una risposta alle domande presentate dopo il 9 dicembre, termine ultimo fissato dall’assessore regionale Massimo Buscemi». Se le relazioni saranno favorevoli, il sindaco potrà revocare le ordinanze di evacuazione che aveva firmato. C’è inoltre da valutare la situazione di molti anziani che, pur avendo la casa inagibile, non vogliono abbandonarla. O dei proprietari che rifiutano di aprire la porta. Altri, invece, affermano di non voler sistemare niente finchè non arrivano i contributi, mettendo a rischio, soprattutto nel centro storico, dove uno è attaccato all’altro, anche l’edificio vicino. Il comandante della polizia locale, Sandro Morandi, ha invitato a telefonare e a chiedere aiuto nel caso in cui sia necessario sgomberare e il privato faccia resistenza. All’iniziativa promossa da Ciato hanno aderito 43 professionisti, e sono state formate 17 squadre composte da due o tre tecnici. L’obiettivo è sempre quello di accelerare i tempi per tornare alla normalità.

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