giovedì, Aprile 18, 2024
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Il novello piace ai più giovani ed esalta i sapori tradizionali dell'autunno

Si è alzato il sipario sul vino da bere giovane

Un´ambientazione autunnale a Carpenedolo: l´ideale per spianare la strada al vino novello Il tradizionale conto alla rovescia è terminato un minuto dopo la mezzanotte. Da oggi, dunque, è possibile stappare e gustare la produzione di oltre 8 milioni di bottiglie di novello realizzata in Italia nella vendemmia 2010 e in vendita in negozi, ristoranti, enoteche, winebar e vinerie per essere consumate entro i prossimi sei mesi. Questo è infatti il termine ultimo consigliato perché il “primo vino” dell’annata ad essere imbottigliato mantenga inalterate le proprie caratteristiche. La stima sulla produzione 2010 del novello è della Coldiretti che, nel comunicare i dati, ha sottolineato che la produzione “made in Italy” arriva con quasi due settimane di anticipo rispetto al concorrente Beaujolais nouveau francese che si potrà assaggiare solo a partire dal terzo giovedì di novembre (vale a dire dal 18). Con il novello si iniziano a stappare le prime bottiglie della nuova annata, che – sottolinea la Coldiretti – si prevede in linea con quella precedente con una produzione attorno ai 45 milioni di ettolitri, ma lungo lo stivale la vendemmia non è ancora finita nei vigneti più alti delle uve Nebbiolo in Valtellina, per le uve Aglianico per Taurasi in Campania e del Nerello Mascalese nella zona dell’Etna in Sicilia. La produzione di novello sarà più contenuta rispetto allo scorso anno, con una diminuzione di circa il 10 per cento, i prezzi di vendita del novello “made in Italy” sono stabili – sottolinea la Coldiretti -, con una media di 5 euro a bottiglia. Il fatturato del vino novello è di circa 40 milioni di euro ed è realizzato da oltre duecento produttori con oltre un terzo del totale delle bottiglie che esce dalle cantine del Veneto che insieme al Trentino copre quasi la metà della produzione nazionale, mentre a seguire si posizionano la Toscana, la Sardegna, l’Emilia Romagna e la Puglia. Il “vino da bere giovane” è nato negli anni Cinquanta in Francia, nella regione Beaujolais, e le sue caratteristiche sono determinate dal metodo di vinificazione utilizzato che è stato messo a punto dal ricercatore francese Flanzy ed è fondato sulla macerazione carbonica. Leggero, con bassa gradazione (11 gradi) e bouquet aromatico, il novello viene consumato soprattutto dal pubblico dei più giovani in abbinamento con i prodotti autunnali, dalle caldarroste ai prodotti tipici del territorio come salumi, verdure in pinzimonio e formaggi piccanti a pasta molle, degustati in casa o in pizzerie, enoteche, winebar, ristoranti e nelle piazze dove sono numerose le sagre e le feste paesane dedicate a questo vino. La produzione italiana – conclude la Coldiretti – è caratterizzata sopratutto da novelli monovitigno con l’utilizzazione di un’ampia gamma di vitigni autoctoni (Teroldego, Ciliegiolo, Nero d’Avola, eccetera) anche se quelli più utilizzati sono nell’ordine Merlot, Sangiovese, Cabernet, Montepulciano e Barbera. Anche la provincia di Brescia vanta una produzione significativa e, soprattutto, tanti estimatori di questo vino particolare che dalla mezzanotte di ieri rallegrerà tante tavolate tra amici e tante manifestazioni.

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