giovedì, Aprile 25, 2024
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La Provincia ha stornato su altre opere pubbliche i soldi destinati nel 2003 alla costruzione del collegamento stradale. Il Comitato Monte Oro denuncia disimpegno e pressapochismo

Si riapre il confronto sulla Rovereto-Riva

La prima fetta del finanziamento provinciale per il collegamento Rovereto-Riva originariamente doveva essere impegnata nel corso del 2003: l’idea era evidetemente quella di partire prima del 26 ottobre. L’opposizione dei comuni al progetto scelto dalla provincia – quello col tunnel corto fino alla Maza ed il successivo tornante di Vignole – sommata alla lunga campagna elettorale per le provinciali, ha fatto sì che i soldi sono stati stornati dall’opera contestata e destinati a finanziare altri lavori pubblici in corso di esecuzione nel territorio provinciale: operazione logica dato il periodo.Nessuna modifica, afferma l’ingegner Tiso, è stata apportata ai bilanci degli anni successivi, nei quali gli stanziamenti sono preventivati. Peraltro, sempre secondo il responsabile delle opere stradali nel Basso Sarca, il dibattito intorno all’arteria (che ormai sta affacciandosi sul rettone Soardi, fra Mori ed il lago di Loppio) ripartirà non appena la nuova giunta provinciale sarà operativa. La pattuglia dei consiglieri altogardesani -mai tanto nutrita dopo l’ingresso di Parolari accanto a Molinari e Benedetti, e caricando di qualche rappresentatività gardesana pure Mario Malossini- ripartirà proprio dal confronto -cui la provincia si dice disponibile- con le realtà locali per arrivare ad una soluzione «il più possibile condivisa». Ovvio che il punto di partenza rimane il progetto ormai ultimato di Tiso: ma lo stemperarsi del clima e la prospettiva d’un quinquennio assicurano quegli spazi di manovra che la scadenza elettorale provinciale hanno negato nei mesi scorsi.Sul tema interviene il Comitato Monte Oro, allarmato per la scomparsa dal piano provinciale del «collegamento veloce e sicuro con Rovereto che tutto il Basso Sarca aspetta con ansia». «Il piano poliennale provinciale sposta l’esecuzione della strada di almeno 15-20 anni. Un altro fattaccio è stato attuato -continua Alberto Maganzini: il declassamento della attuale stradata statale 45 bis a strada secondaria. Ma una strada secondaria sarà in grado di smaltire tutto il traffico dalla Vallagarina al Garda? La stretta strada secondaria di provincia dovrà smaltire tutto il traffico con punte estive di 54.000 veicoli al giorno. Avanti a suon di rattoppi, deviazioni e rotatorie. Il tunnel? Il più corto possibile, che costi poco, anche senza i requisiti minimi di sicurezza. Avanti con la politica del carciofo. Pezzetto dopo pezzetto si pensa di poter realizzare il nuovo collegamento diretto Rovereto-Riva. Gli effetti? Prima il tratto stradale (vedi Loppio e Arco-Riva) era una linea retta. Poi a suon di deviazioni e rotatorie, il percorso s’è trasformato in un biscione con continui rallentamenti e fermate ad ogni rotatoria. Camion, auto e biciclette e pedoni, tutte assieme senza possibilità di sorpasso. E il rispetto ambientale? Anche questo problema è stato eluso. S’è così evitato il rischio che una valutazione preventiva dell’impatto sull’ambiente imponesse troppi vincoli. Non importa conoscere gli effetti negativi del traffico sulla salute dell’uomo, gli animali e l’ambiente: l’importante è non avere ostacoli. Ma il nuovo collegamento Riva-Rovereto, dov’è? Si sta contrabbandando la promessa d’una nuova strada sicura e moderna con continui rattoppi».

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