venerdì, Aprile 19, 2024
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Secondo la portavoce Richelli la decisione di non fare ricorso ha indebolito il fronte locale

Si rompe il comitato anti Tav

«L’impressione è che la decisione dell’amministrazione di non proseguire nel ricorso al Tar contro l’Alta velocità abbia condizionato anche i componenti del nostro Comitato, tant’è che il clima che si respira è che ognuno cerchi, a questo punto, di arrangiarsi per conto proprio». Parte così lo sfogo di Laura Richelli, portavoce del Comitato avverso la Tav per la difesa del Santuario del Frassino e del territorio. «Nessuno si fa ormai più illusioni, tuttavia almeno i Comuni di Castelnuovo e Sona hanno pensato di tentare ancora qualcosa nei confronti di una infrastruttura che segnerà in modo drammatico il nostro territorio». «Per Peschiera non è stato così e ce ne dispiace molto; dei componenti il Comitato solo un privato, titolare di un’azienda vitivinicola, ha presentato il ricorso. Per gli altri pare proprio che ognuno cerchi da solo le soluzioni che ritiene più opportune. Una scelta più che comprensibile», commenta la Richelli, «ma che alla fine non so quanto potrà ripagare». Il Comitato ha ricevuto solo in questi giorni dal ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e dalla Regione Veneto una risposta scritta alle osservazioni sulla compatibilità ambientale dell’opera. Nel documento si segnalavano i punti ritenuti maggiormente critici: i vigneti del Lugana doc; l’oasi del laghetto del Frassino riconosciuto dall’Europa come sito di interesse comunitario; il Santuario del Frassino; la villa Baccotto e la corte Mano di ferro, sotto tutela dei Beni ambientali; il nuovo ponte da costruirsi sul fiume Mincio. «Le nostre osservazioni sono state spedite due volte, visto che non vi era stato alcun riscontro dopo il primo invio. Il ministero si è limitato a dire che la valutazione di impatto ambientale della Tav non è di sua competenza bensì dell’apposita Commissione; la Regione, invece, ha confermato la posizione già espressa un anno fa e che richiamava solo attenzione alle peculiarità di certi siti». «Le perplessità sulle conseguenze di un cantiere e di un’opera come la linea ferroviaria ad alta velocità o capacità restano tutte; come detto non ci facciamo più illusioni, ma siamo lieti che alcuni Comuni abbiano nuovamente preso posizione su scelte che non sono così chiare e speriamo che il Tar», conclude la Richelli, «sia al nuovo ricorso tutta l’attenzione che merita».

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