venerdì, Aprile 19, 2024
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La chiesa di S. Pietro in Mavinas finalmente riaperta al pubblico

Sirmione ritrova il suo gioiello longobardo

San Pietro in Mavinas finalmente è stata riaperta al pubblico. Dopo quasi nove anni è stata restituita ai Sirmionesi e ai tantissimi ospiti che la vengono a visitare. All’evento inaugurale erano presenti:  Silvia Razzi, Assessore Turismo e Cultura Provincia di Brescia; Mons. Evelino Dal Bon, Parroco di Sirmione; Alessandro Mattinzoli, Sindaco di Sirmione; l’Arch. Anna Raimondi, Direttore dei lavori di recupero; il Dott. Alberto Crosato, Soprintendenza dei beni archeologici della Lombardia. 

Il restauro è stato radicale e ha toccato il tetto, la pavimentazione, il riscaldamento e la messa in luce dell’area presbiterale della chiesa precedente del V secolo. Grazie dunque a tutti coloro che in un modo o nell’altro hanno collaborato alla sua realizzazione.”Con queste parole, Mons. Evelino Dal Bon, parroco di Sirmione, apre la cerimonia di inaugurazione della chiesa, a conclusione dei lavori finanziati da Arcus, Società costituita dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo. I restauri si collocano all’interno del progetto Langobardia fertilis che ha lo scopo di individuare, recuperare e valorizzare le testimonianze storiche, archeologiche, architettoniche e artistiche relative alla presenza dei Longobardi in area bresciana. Per tutelare il cosiddetto “distretto dei Longobardi” – cioè l’area che comprende la pianura, il pedemonte e le zone meridionali delle valli bresciane – Arcus ha stanziato infatti un contributo di 300.000 euro, di cui 200 sono stati impiegati per la copertura e valorizzazione degli scavi di San Pietro.

“La rinascita di un gioiello come S. Pietro in Mavinas costituisce una grande opportunità per tutto il territorio, e accende i riflettori sulla nostra ricchissima storia comune. – afferma Silvia Razzi, Assessore al turismo e alla cultura della Provincia di Brescia, nel corso dell’inaugurazione – Questa storia rappresenta per noi oggi un patrimonio insostituibile, sul quale dobbiamo puntare nell’accogliere i visitatori che, sempre più numerosi, si affacciano a scoprire le bellezze dei nostri luoghi. Dalla nostra capacità di intercettarli, costruendo dei percorsi attrattivi come quello di Langobardia Fertilis, che invitino il turista a fermarsi e a tornare, per godere delle nostre ricchezze, dipende il futuro del turismo della provincia.”

Soddisfatta e orgogliosa anche l’Architetto Raimondi, che ha diretto i lavori: “Con la fine di questo cantiere si conclude una fase importante del nostro contributo (Studio Feiffer & Raimondi) iniziato esattamente dieci anni fa presso la chiesa di San Pietro in Mavino. Se da un lato gli importanti ritrovamenti archeologici hanno rallentato i lavori di conservazione previsti –  per i quali abbiamo iniziato la nostra collaborazione – dall’altro hanno di sicuro apportato fondamentali testimonianze della complessità e della stratificazione della cultura di questo territorio. Il progetto iniziale si è quindi modificato, per cercare di coniugare le esigenze della liturgia con la presenza dei reperti archeologici e visibili nella zona absidale. Le numerose tombe presenti invece nella navata e all’esterno della chiesa sono state occluse, ma, grazie al contributo della Parrocchia di S. Maria della Neve, è stato possibile effettuare un rilievo tridimensionale laser scanner che ha fissato nello spazio le geometrie dei ritrovamenti e che in un futuro, speriamo prossimo, potranno essere utilizzate per divulgare quanto non più visibile.

LA CHIESA DI SAN PIETRO IN MAVINAS

“San Pietro è la chiesa più antica di Sirmione, ed è da sempre estremamente cara ai suoi abitanti. Ma non solo: ogni anno moltissimi visitatori vengono da tutta Italia per ammirarne la bellezza. Siamo dunque lieti che questi restauri ci permettano di renderla un luogo sempre più accogliente.”

            Mons. Evelino Dal Bon (Parroco di Sirmione) 

La chiesa

San Pietro in Mavinas di Sirmione è uno dei pochissimi edifici superstiti risalenti a prima dell’anno Mille nelle diocesi di Brescia e Verona. La sua esistenza è testimoniata da alcuni documenti risalenti all’VIII secolo, che collocano la sua edificazione in età longobarda. Essa sorge sulla sommità della collina di Mavino.

Risale al XI sec. invece il campanile a base trapezoidale addossato sul lato meridionale dell’edificio. Le superfici decorate all’interno della chiesa, invece, sarebbero state realizzate in epoca successiva alla sua edificazione (XIV secolo circa). Quello che resta di questo straordinario ciclo pittorico è distribuito su tutte le pareti, ma il nucleo principale e più integro di esso è concentrato nella zona absidale della chiesa.

I restauri

Il progetto di conservazione e consolidamento della chiesa, avviato nel 2004 dallo Studio Feiffer & Raimondi (arch. Anna Raimondi), deriva dalla necessità di bloccare le infiltrazioni di acqua meteorica provenienti dalla copertura. Il progetto prevedeva non solo la conservazione e il consolidamento delle strutture e degli affreschi, ma anche l’adeguamento tecnologico e in particolare l’introduzione di un sistema di riscaldamento a pavimento.

In virtù della necessità di operare sotto la pavimentazione esistente, a seguito di alcuni saggi campione, tra il 2005 e il 2008, si è svolta una diffusa campagna di scavo archeologico sia all’interno che lungo il perimetro della chiesa. Gli scavi hanno messo in luce una serie di tombe (circa 200) nonché il sedime di precedenti testimonianze architettoniche da ascriversi alla tarda età longobarda.

Tra il 2010 e il 2011, dopo una battuta d’arresto dei lavori dovuta ai costi degli scavi, S. Pietro in Mavinas si candida all’interno del Progetto Longobardia Fertilis di Arcus.

Nel 2012, la Diocesi di Verona e la Soprintendenza BBAA autorizzano il progetto di restauro presentato dallo Studio Feiffer & Raimondi, che riguarda la valorizzazione degli scavi archeologici nel rispetto della funzione liturgica tuttora presente.

Il finanziamento stanziato da Arcus è dedicato alle opere di restauro e valorizzazione delle testimonianze archeologiche da mantenere a vista.

La prima fase di restauro della copertura e di conservazione delle testimonianze archeologiche si svolge tra febbraio e novembre 2012.

Nell’ottobre 2013, viene effettuato il rilievo laser scanner degli importanti ritrovamenti all’interno della Chiesa che permettono di documentare scientificamente i reperti.

A novembre 2013 riprendono i lavori di copertura e valorizzazione di parte degli scavi archeologici interni, che terminano in dicembre.

I lavori di completamento interni, costituiti dalla nuova pavimentazione e relativo riscaldamento a pavimento verranno invece svolti direttamente dalla parrocchia stante le disponibilità finanziarie.

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