venerdì, Marzo 29, 2024
HomeAttualitàSirmione tifa per le terme
Timori e cautela dopo le anticipazioni sui possibili tagli della Finanziaria «Danno lavoro a 400 famiglie e poi c’è l’indotto»

Sirmione tifa per le terme

Commercianti e albergatori sirmionesi sono tutti pronti a fare il tifo per le terme. Il rischio di una esclusione delle cure termali dal Servizio sanitario nazionale – di cui si parla da alcuni giorni, dopo un’indiscrezione filtrata dagli ambienti politici, confermata peraltro nelle ultime ore dallo schema del decreto salva spesa contenuto nella Finanziaria – mette sicuramente i brividi agli operatori turistici e alla stessa popolazione. Non è infatti esagerato affermare che Sirmione sia una località «termedipendente», così come Ischia, Abano, Montecatini, Castrocaro. Finora, le indiscrezioni sui tagli previsti dalla Finanziaria erano solo delle «voci non controllate». Ma le ultime anticipazioni confermerebbero che l’orientamento del Governo in materia di termalismo sarebbe sostanzialmente questo. Da piazza Virgilio, sede della società che gestisce le terme simionesi, non trapelano dichiarazioni. Filippo Ferné, consigliere delegato, del resto la sua dichiarazione, pur stringata, l’ha fatta l’altro giorno: «Aspettiamo la stesura definitiva della finanziaria, poi si potrà parlare. Comunque, Federterme ha già compiuto i suoi passi». Preoccupato il presidente dei commercianti, Raoul Negri, meno agitato quello degli albergatori, Dino Barelli. «Sarebbe estremamente doloroso che venissero apportati tagli alle cure termali, perchè Sirmione – dice Negri – vive per lunghi mesi all’anno solo con le terme. Commercianti e albergatori, nei mesi di marzo, aprile e maggio, e in quelli di settembre, ottobre e novembre, traggono i loro profitti grazie all’indotto provocato dalla presenza delle terme. «La società, che ha due stabilimenti, dà lavoro a 375 dipendenti, quindi quasi quattrocento famiglie. Sarebbe poi inutile apportare tagli nella finanziaria perchè – prosegue ancora il presidente dei commercianti – lo Stato non ci guadagnerebbe nulla: basti pensare all’Iva sull’indotto che andrebbe a perdere e ai danni economici recati alla Regione. «Noi comunque siamo in costante contatto con la società, con Federterme e con l’Associazione commercianti provinciale per seguire lo sviluppo della situazione. E speriamo bene!». Dino Barelli, invece, preferisce non rilasciare dichiarazioni fintanto che «la finanziaria non verrà resa nota in tutti i suoi dettagli. Proprio dalla società Terme ho ricevuto una nota, con allegato un comunicato del ministero delle Finanze in cui è riportata una smentita alle illazioni circolate nei giorni scorsi: insomma – dice Barelli – si tratta di voci infondate. Ecco perchè mi appare prematuro parlarne oggi…». Per la penisola scaligera, dove le terme sono nate nel lontano 1889, un eventuale taglio alle prestazioni sarebbe indubbiamente una mazzata dalle conseguenze inimmaginabili. Oltre il 50% delle presenze totali a Sirmione sono rappresentate da clienti termali. Senza contare il gigantesco indotto economico prodotto, oltre che dalla clientela alberghiera, da quella pendolare che usufruisce della vasta e qualificata gamma di servizi e terapie offerta dai due centri termali di Colombare (Virgilio) e del centro storico (Catullo).

Nessun Tag Trovato
Articolo precedente
Articolo successivo
Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video