giovedì, Aprile 18, 2024
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L’imprudenza rilancia il problema di chi debba controllare il litorale

Slalom dei motoscafie i sub rischiano la vita

L’incolumità e la sicurezza di bagnanti e subacquei sono messe continuamente a rischio dalla assenza di controlli nelle acque di Torri del Benaco e dell’alto Garda.A denunciarlo sono varie lettere scritte al giornale, ai sindaci e anche su un forum di discussione di un sito internet dedicato al secondo paese dell’alto Garda.«Ogni volta che andiamo sott’acqua rischiamo la vita per la presenza di motoscafi e imbarcazioni che ci sfrecciano sopra la testa. È come giocare alla roulette russa». Così hanno scritto alcuni subacquei sul sito www.berengario.com.Il testo, intitolato «Un urlo di protesta dagli abissi», descrive minuziosamente i problemi quotidiani incontrati dai sub durante le immersioni anche in una zona di lago centralissima, quella a neanche cento metri di distanza dalla chiesa di Torri, dove si trova il presepe subacqueo, notissimo agli appassionati della immersione provenienti da tutta Italia.La denuncia dei sub prosegue descrivendo una qualsiasi giornata feriale, quando «un mini panfilo giocava a guardie e ladri con le varie boe di subacquei disseminate nella zona. Abbiamo gridato, ci siamo sbracciati il conducente del motoscafo per tutta risposta, ci ha guardato con aria di sufficienza. Poco ci mancava che ci mostrasse il dito medio. E poi un gommone, poi un altro, e poi un altro ancora. Tutti a giocare con quei palloncini rossi e bianchi come fossero bersagli da centrare anziché boe da schivare e da tenere a debita distanza. Motori. Motori ed ancora motori. Non lontani come si potrebbe auspicare, ma proprio sopra la mia testa nonostante io sia attaccato alla mia boa provvista di un’asta di circa un metro con issata in cima una bandierina segna sub. Pensate alle mie sensazioni, al mio stato d’animo, pensate a cosa può provare un subacqueo appena sotto il pelo dell’acqua sentendo quei motori, e sapendo che gli passano proprio sulla direttrice della testa».Poi la domanda, provocatoria: «Cosa accadrebbe in caso di pallonata? (cioè di necessità di risalita veloce, n.d.r.). Cosa andrebbe ad adornare le eliche di quei motoscafi? Un braccio? Una gamba? Il fegato? La milza? Un bel dilemma». Quindi, la conclusione: «Ridateci la motovedetta dei carabinieri».Dello stesso avviso, anche se per motivi diversi, il tono di alcune lettere giunte alla nostra redazione. «L’unico deterrente all’arroganza delle imbarcazioni che, costantemente, rischiano di provocare gravi incidenti passando a pochi metri dalla riva in mezzo ai bagnanti, ed emettendo nuvole di gas di scarico, era la motovedetta dei carabinieri. Che a Torri vi siete fatti portare via!», accusa il lettore. E così ancora una volta, l’ennesima volta, si riapre il capitolo mai chiuso della sospensione del servizio della motovedetta dei carabinieri nautici di Torri, decisa dal Comando generale dell’Arma a Roma nel gennaio scorso. Una decisione contro la quale si sono mossi ripetutamente i sindaci di Brenzone (Giacomo Simonelli), Torri (Giorgio Passionelli) e Malcesine (Valente Chincarini), che hanno scritto ai ministri Roberto Maroni e Ignazio La Russa.Dalla parte dei sindaci si schiera l’assessore regionale alla sicurezza, Massimo Giorgetti, tra l’altro esperto subacqueo e appassionato di fondali lacustri, il collega di Verona, Flavio Tosi, che ha messo nelle mani del ministro Maroni le istanze dei sindaci, e il senatore trentino Cristano De Eccher.A quest’ultimo ha risposto Roberto Petri, dell’ufficio di La Russa: «Segnalo che sul problema della motovedetta il Comando generale dell’Arma dei carabinieri è stato ripetutamente interessato, considerato tra l’altro l’attuale periodo estivo e turistico».A Flavio Tosi, invece, Maroni ha assicurato che «rifletterà sul problema e ha promesso impegno per cercare di risolverlo. Spero di avere presto notizie più precise», aveva detto Tosi a [FIRMA]L’Arena.Intanto però allarga le braccia il comandante della polizia municipale di Torri, Domenico Tenca. «Il servizio dei carabinieri nautici era per noi essenziale», dice senza mezzi termini. «Segnalazioni di pericolo o di barche che non rispettano le leggi nautiche ci arrivano ogni giorno. Ma noi non possiamo che avvertire la motovedetta di Peschiera. Il territorio era molto più tutelato quando la barca di Torri era in servizio. Speriamo che l’Arma riveda la sua decisione».Solo alcune settimane fa una turista della Repubblica Ceca è stata investita, e ferita gravemente a un braccio, da un gommone, mentre nuotava al largo del porto di Navene.«Chissà se bisognerà aspettare il morto perché l’Arma decida di ripristinare il servizio navale di Torri, come richiesto più volte e da più parti. La Regione ha già dato disponibilità a pagare per intero le spese annue di 7 mila euro per la motovedetta», hanno commentato il sindaco di Brenzone, Giacomo Simonelli, e il suo assessore, Davide Benedetti, tra i più attivi in questa crociata pro motovedetta da parte dei pubblici amministratori.

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