venerdì, Aprile 26, 2024
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I volontari di «Una mano per la vita» costretti ad affrontare intoppi e vari impedimenti. Dalle multe per intralcio alla circolazione ai danni causati da vandali

Solidarietà tra mille problemi

Tre le ambulanze a disposizione, ma troppi i bastoni tra le…ruote. L’Associazione «Una mano per la vita» (presidente Manuela Amonti, segretario Andrea Baruzzi), iscritta negli elenchi della Regione Lombardia e dell’Asl di Brescia, ha la sede a Salò, in via Gasparo, un distaccamento a Montirone e uno di prossima apertura ad Azzano Mella. I volontari sono una decina, tutti diplomati e con patentino K, rilasciato dall’ufficio provinciale della Motorizzazione civile. Non effettuano trasporti di emergenza, nella rete del 118, ma viaggi programmati, per dializzati, ammalati terminali, pazienti che hanno bisogno di visite ambulatoriali. «In questo momento, tanto per fare un esempio, seguiamo stabilmente 23 persone – spiegano Manuela e Andrea -. Abitano in diverse località della provincia tra cui Calvisano, Montirone, Lonato, Caionvico, Brescia città. Li trasferiamo per la dialisi (ognuno, tre volte alla settimana) negli ospedali di Gavardo, Montichiari, Desenzano, al Civile e al Ronchettino. Il nostro primo viaggio quotidiano inizia alle 4.30, l’ultimo termina alle 22. In passato abbiamo fatto parte di altre Associazioni, come la Croce Verde o il pronto soccorso del 118. Dall’anno scorso ci stiamo dedicando al nuovo gruppo «Una mano per la vita», che è disponibile 24 ore su 24. La prima ambulanza l’abbiamo acquistata con le cambiali». Non mancano, però, i contrattempi. «Un giorno i vigili di Salò ci hanno multato di 33 euro perchè parcheggiavamo in via S. Bernardino, strada a transito e sosta limitata – dicono i volontari, che possono contare su un paio di medici specialisti -. Finalmente il 23 giugno è arrivata l’autorizzazione scritta del sindaco Giampiero Cipani a lasciare lì il mezzo. In una notte dello scorso mese di agosto siamo stati duramente bersagliati. I soliti ignoti hanno preso di mira le autoambulanze, diventate nel frattempo tre: parabrezza infranti, a una sono state tagliate tutte le gomme e sottratte le apparecchiature (defibrillatore, tassurimetro, misuratore della pressione, eccetera). Al mattino, in attesa delle riparazioni, abbiamo dovuto chiamare i taxi per trasportare i primi pazienti in ospedale». «Non bastasse – proseguono -, dobbiamo scontrarci continuamente con chi ci vuole male (un anonimo ha spedito un esposto all’Asl, sostenendo che noi effettuiamo interventi di pronto soccorso: niente di più falso) e con la cattiva volontà di alcuni interlocutori. Se a Montirone l’ospitalità è squisita (il nuovo sindaco, Serafina Bandera, una donna, ci è vicino, e il comune paga la metà dei costi), a Salò le cose vanno diversamente. Abbiamo chiesto uno spazio per organizzare una festa il 18 e 19 settembre. Niente. Da qui il nostro rifiuto a partecipare a CentoAssociazioni, la manifestazione che si svolge sul lungolago. Adesso si è aggiunto un altro intoppo assurdo. Una funzionaria del distretto sanitario locale ci ha invitato a trovare un’area recintata, chiusa con un cancello, per parcheggiare la terza autoambulanza. Bene. Ci siamo accordati con un privato, proprietario a Roè di un ampio terreno. Il tempo di sistemare il mezzo, e dal distretto arriva il contrordine: dovete mettere l’autoambulanza (che è molto alta) in un garage. Ora dovrebbero spiegarci perchè tutti, nella nostra zona, le tengono all’aperto. A Vobarno, ad esempio, ce ne sono un paio in strada, a fianco della sede dei Volontari. Per risolvere questa ennesima questione interpelleremo l’Asl di Brescia. Spesso abbiamo l’impressione di essere tartassati. Anche se i ringraziamenti degli ammalati e dei loro familiari ci aiutano a tirare avanti».

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